Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij edito da Einaudi

Delitto e castigo

Editore:

Einaudi

Traduttore:
Guercetti E.
Data di Pubblicazione:
3 Giugno 2014
EAN:

9788806220457

ISBN:

8806220454

Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Delitto e castigo

Raskol'nikov è un giovane che è stato espulso dall'università e che uccide una vecchia usuraia per un'idea, per affermare la propria libertà e per dimostrare di essere superiore agli uomini comuni e alla loro morale. Una volta compiuto l'omicidio, però, scopre di essere governato non dalla logica, ma dal caso, dalla malattia, dall'irrazionale che affiora nei sogni e negli impulsi autodistruttivi. Si lancia cosi in allucinati vagabondaggi, percorrendo una Pietroburgo afosa e opprimente, una città-incubo popolata da reietti, da carnefici e vittime con cui è costretto a scontrarsi e a dialogare, alla disperata ricerca di una via d'uscita. Nuova traduzione di Emanuela Guercetti. Prefazione di Natalia Ginzburg e saggio introduttivo di Leonid Grossman.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

IrrinunciabileDi C. Adriana-4 Aprile 2018

Non si può farne a meno, ogni commento sarebbe riduttivo. Una congerie di sentimenti minutamente analizzati, linguaggio penetrante, incubi descritti con una vividezza ed efficacia da lasciar senza parole. La colpa che prende possesso dell'uomo tanto da divenirgli insopportabile, da preferire qualunque altra punizione a questo peso.

Una lettura allucinante, quasi tutta un'illusioneDi R. Manuela-22 Marzo 2018

Non saprei da dove iniziare per scrivere una recensione. Sicuramente non dalla trama, neanche un accenno, perché anche la minima introduzione rischia di svelare le prime 100 pagine del libro. E mi rifiuto. Quindi inizio a parlare delle mie sensazioni: questo libro è assurdo. Inizialmente mi sembrava lento, davveeero leeeento, trooooppo lento. Una lentezza dispersiva, una lentezza confusionaria. Una confusione che è presente ovunque. La confusione è presente in questa San Pietroburgo sporca, caotica, afosa soffocante. La confusione è presente nelle parole del narratore che ti fanno entrare nella sua testa confusa e ti stordiscono tanto da non capire più cosa sia vero e cosa no. Una confusione così forte che mi ha fatto perdere la consapevolezza della lettura: mi sono sentita distaccata da me e completamente dentro, completamente intrappolata nei pensieri del nostro caro Raskol'nikov. L'ho terminato e non me ne sono accorta. Ti perdi nei suoi e ormai tuoi pensieri, nelle sue e ormai tue paure, nella sua (e solo sua, si spera) malattia e perdi ogni capacità percettiva. È allucinante. È totalizzante. È un'esperienza mistica. È magistrale.

SplendidoDi B. Anna-12 Febbraio 2017

Non abbiate paura che sia uno di quei libri che ci si propone di leggere ma che rimangono letti a metà. La descrizione dei personaggi è profondamente minuziosa, fin nei minimi particolari, ma credo che sia nelle riflessioni e nei pensieri dell'autore che si ritrovi il pregio di questo libro.

Un capolavoro psicologicoDi r. paolo-24 Febbraio 2015

Devo ammettere che mi piace molto la letteratura russa, e "Delitto e castigo" è uno dei miei romanzi preferiti. Raskolnikov è un personaggio conflittuale, mostra molto interesse per l'appartenenza di classe e, consapevole di appartenere a una classe superiore, crede di avere il diritto di commettere un omicidio. Contrariamente al titolo, questo romanzo in realtà non si concentra sul reato o sulla pena, ma piuttosto sul tumulto interiore di Raskolnikov e sull'impatto che il suo gesto ha sulla sua intelligenza e le sue emozioni, fino al momento in cui il senso di colpa lo travolge e lo porta a confessare. In questo modo ha termine la sua alienazione, dimostrata dal fatto che per gran parte del romanzo l'azione si svolge nella mente di Raskolnikov. Fyodor Dostoyevsky è stato sicuramente uno scrittore molto abile nell'entrare in profondità in una mente squilibrata. La morale che ci propone questo libro è che il crimine più grande non è tanto il delitto quanto la superbia di Raskolnikov, che si è posto sopra i suoi simili. Forse Dostoevskij stava anche cercando di mostrare al lettore i pericoli del razionalismo e dell'utilitarismo.