Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria edito da Modern Publishing House

Dei delitti e delle pene

Data di Pubblicazione:
2009
EAN:

9788849305265

ISBN:

8849305265

Pagine:
144
Formato:
brossura
Argomenti:
Filosofia occidentale: Illuminismo, Giurisprudenza e filosofia del diritto
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Descrizione Dei delitti e delle pene

Saggio scritto dall'illuminista milanese Cesare Beccarla (1738-1794) tra il 1763 e il 1764, in cui l'autore si pone delle domande circa le pene allora in uso. Nonostante il notevole successo e la vasta eco in tutta Europa (la zarina Caterina II di Russia mise in pratica i princìpi fondamentali della riforma giudiziaria in esso proposta, mentre nel Granducato di Toscana venne perfino abolita la pena di morte), nel 1766 il libro venne incluso nell'indice dei libri proibiti a causa della distinzione che vi si ritrova tra reato e peccato: l'autore afferma, infatti, che il reato è un danno alla società, a differenza del peccato, che, non essendolo, può essere giudicabile e condannabile solo da Dio. Alla base di questa distinzione sta la tesi secondo cui l'ambito in cui il diritto può intervenire legittimamente non attiene alla coscienza morale del singolo. Inoltre, per Beccarla non è "l'intensione" bensì "l'estensione" della pena a poter esercitare un ruolo preventivo dei reati, motivo per cui, fra l'altro, esprime un parere negativo nei confronti della pena capitale, comminando la quale - afferma - lo Stato, per punire un delitto, ne compie uno a sua volta. E il diritto di "questo" Stato, che altro non è che la somma dei diritti dei cittadini, non può avere tale potere: nessuna persona, infatti, darebbe il permesso ad altri di ucciderla.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 3 recensioni

Celebre in tutto il mondoDi V. Gabriele-8 aprile 2018

Il titolo del Beccaria può essere considerato a tutti gli effetti uno dei mattoni su cui è stato costruito il moderno diritto penale. Si parla di come dovrebbero essere puniti i delitti, di come le leggi debbano essere interpretate e contiene una delle più importanti condanne della pena di morte. Il linguaggio è chiaramente non attuale ma si riesce a comprendere.

Utile e belloDi F. Sandro-10 marzo 2018

Molto bello. Parla dell'inutilità della pena di morte come metodo di indagine, leggendo ciò in chiave illuministica secondo cui tutto ciò che è inutile va abbandonato. Lo consiglio a tutti in quanto non è una lettura troppo impegnativa.

Più attuale che maiDi c. leonardo-24 settembre 2010

Si parla molto di giustizia malata e ingiusta, che spesso non è efficace come vorrebbe. Sicuramente, anche a distanza di due secoli e mezzo, il Beccaria ha ancora qualcosa da dire e da insegnare.