De immundo
- Editore:
Abscondita
- Collana:
- Aesthetica
- Traduttore:
- Pagliano P.
- Data di Pubblicazione:
- 8 marzo 2016
- EAN:
9788884165169
- ISBN:
8884165164
- Pagine:
- 128
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Stili artistici: dal 1960 circa
Descrizione De immundo
"Lontano è il tempo in cui san Bonaventura predicava la delectatio. Docere et delectare: a lungo l'arte ha avuto come fine di arricchire lo spirito e di deliziare i sensi. L'arte contemporanea sembra aver cambiato completamente registro. L'età del disgusto è subentrata all'età del gusto: esibizione e desacralizzazione del corpo, svilimento delle sue funzioni e delle sue forme visibili, mutilazioni e automutilazioni, fascinazione per il sangue, gli umori corporali e gli escrementi, coprofilia, coprofagia... Da Lucio Fontana a Louise Bourgeois, da Orlan a Serrano, da Otto Muehl a David Nebreda l'arte si è impegnata in una strana cerimonia dove il sordido e l'abiezione scrivono un inatteso capitolo della storia dei sensi. Già Platone, nel Parmenide, affermava che il sudiciume e i peli sono cose per le quali non esiste alcuna Idea. Cos'è dunque accaduto dal Bello ideale platonico a ciò che si potrebbe definire - da aisthesis, sensazione, e da stercus, escrementi - un'estetica dello stercorario? Negli anni Trenta del Novecento, gli scritti di Bataille e di Sartre, sotto il segno di un sacer ambiguo, annunciavano questa involuzione. E il pessimismo di Freud, che considerava impossibile conciliare le rivendicazioni della pulsione sessuale e le esigenze della civiltà, sembra trovare conferma in ciò che si presenta oggi ai nostri occhi. Si pone tuttavia un problema: quale interesse hanno i responsabili delle più importanti istituzioni culturali, a Kassel, a Londra, a New York, a Parigi, a Venezia."
Inserisci la tua e-mail per essere informato appena il libro sarà disponibile
Recensioni degli utenti
De immundo-9 ottobre 2010
Libello molto animoso contro l'abuso di tematiche sanguinose, stercorarie e umilianti per la dignità umana tipiche di certa arte contemporanea, di cui Clair scorge l'antesignano nel Duchamps che espone il celebre orinatoio, non a caso effigiato sulla copertina, quantomeno nell'edizione italiana che ho letto io. Sebbene molto unilaterale e a volte quasi irritante per il tono continuamente sdegnato e apocalittico, il saggio è tuttavia utile, in quanto pone domande rilevanti su che cosa sia rappresentabile artisticamente e, alla radice, che cosa, nel sistema contemporaneo, sia davvero l'arte: domande che, ovviamente, l'autore di questo pamphlet non è certo il primo a l'unico a fare.