D-Day. La battaglia che salvò l'Europa
- Editore:
Rizzoli
- Collana:
- BUR La storia, le storie
- A cura di:
- M. Pagliano
- Traduttore:
- Galli C., Didero D.
- Data di Pubblicazione:
- 11 febbraio 2020
- EAN:
9788817048354
- ISBN:
8817048356
- Pagine:
- 640
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Storia d'Europa, Battaglie e campagne
Descrizione D-Day. La battaglia che salvò l'Europa
"Il giorno più lungo", come lo definì Rommel, sta per iniziare. Sono le ore 0.00 del 6 giugno 1944 e le truppe vengono allertate: è il D-Day, gli Alleati stanno per sbarcare in Normandia. L'obiettivo è la resa incondizionata della Germania nazista. Il contingente coinvolto è massiccio: 5000 navi e mezzi anfibi, 104 cacciatorpedinieri, 130.000 soldati che quella notte si avvicineranno via mare alla costa francese e 20.000 uomini paracadutati. Nonostante i dubbi di Churchill sull'invasione dell'Europa attraverso la Manica e l'arroganza del generale Montgomery, Eisenhower fuma nervoso mentre scrive, oltre all'annuncio della vittoria, una dichiarazione in cui si assume ogni responsabilità dell'operazione Overlord, che poteva rivelarsi un disastro. Cosa andò storto? Cosa rese la battaglia che salvò l'Europa un selvaggio spargimento di sangue? Lettere dal fronte, diari e memorie personali delle truppe alleate si intrecciano con la documentazione ufficiale della grande storia, in questo libro che è la ricostruzione della battaglia sulla spiaggia di Omaha: Antony Beevor sa dare spazio alle voci autorevoli della storiografia, ma anche all'orrore del soldato atterrato incolume che assiste allo schianto di 18 uomini lanciati dall'aereo a quota talmente bassa da impedire ai loro paracadute di aprirsi. E dalla carneficina del 6 giugno alle teorie neonaziste di un complotto contro Hitler, ripercorre la storia di una campagna sanguinosa, che dal D-Day culmina nella liberazione di Parigi.
Recensioni degli utenti
D-Day-19 novembre 2010
Questa ricostruzione (l'ennesima) dello sbarco in Normandia ha di interessante il ricorso frequente alle testimonianze degli ex combattenti (ma solo americani, se ricordo bene) . E' molto fastidioso però il tono celebrativo. Intendiamoci, nessuno vuole sminuire l'impresa e il contributo determinante degli Americani nel D-Day, che anzi sono morti a migliaia, nella spiaggi più difficile, quella di Omaha, ma una narrazione più sobria, a cinquant'anni dai fatti l'avrei apprezzata di più.