La cultura del nuovo capitalismo di Richard Sennett edito da Il Mulino
Alta reperibilità

La cultura del nuovo capitalismo

Editore:

Il Mulino

Traduttore:
Sandrelli C.
Data di Pubblicazione:
30 agosto 2012
EAN:

9788815240040

ISBN:

8815240047

Pagine:
145
Formato:
brossura
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Descrizione La cultura del nuovo capitalismo

Nato da una serie di conferenze, questo nuovo libro di Sennett si fa particolarmente apprezzare per la leggibilità, la comprensività dello sguardo, la capacità di ricapitolare i diversi filoni di analisi che l'autore ha sviluppato negli ultimi anni, suscitando interesse e considerazione crescenti. La sua attenzione si sofferma sulle differenze tra le forme tradizionali di capitalismo industriale e quelle più globalizzate, febbrili e mutevoli del "nuovo capitalismo". Il volume si chiude sul tentativo di tratteggiare possibili "contromisure" - personali e istituzionali - capaci di limitare le conseguenze perniciose di questo cruciale passaggio storico.

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4 di 5 su 1 recensione

Lucide riflessioni sulle trasformazioni in attoDi P. Alberto-23 novembre 2013

La primigenia forma di capitalismo, definita da Sennet sociale e militare, era basata – come sostenuto ed evidenziato da Weber – sull'etica protestante e sul differimento della gratificazione immediata a favore di obiettivi a lungo termine, e prevedeva forme di inclusione sociale di massa. Gli individui si rinchiudevano nella "gabbia di acciaio" del sistema industriale-militare nella speranza di una gratificazione futura. Il differimento della ricompensa rendeva possibile e funzionale l'autodisciplina ai vari livelli del sistema. Questa equazione fra prestigio sociale e lavoro era garantita da istituzioni stabili e socialmente pacificate grazie a strategie di inclusione di massa e a programmi di welfare estesi e generalizzati, volti ad assicurare "eserciti di riserva", pronti ad essere utilizzati nel momento del bisogno. Nel contesto contemporaneo questa macchina del tempo ha smesso di funzionare, a causa di tre nuovi sviluppi: lo spostamento del potere dai manager agli azionisti, il fatto che questi ultimi abbiano fame di risultati a breve termine e la rivoluzione tecnologica. Questi sviluppi hanno conseguenze sistemiche nella vita degli individui e delineano nuove forme organizzative flessibili. L'organizzazione non è più simile a un esercito, una piramide o una catena di montaggio, ma a un MP3, in grado di produrre singole funzioni in base alle richieste del momento e non già in base a rigide sequenze predeterminate. Queste nuove forme istituzionali hanno inevitabili conseguenze sulle persone e sulla società. A livello individuale, i singoli sono costretti a continui adattamenti e a spostamenti veloci e frequenti fra luoghi, saperi, conoscenze ed abilità, sempre costretti a muoversi rapidamente e in superficie. Siamo sul ghiaccio e la superficie si assottiglia sempre di più: per non sprofondare bisogna spostarsi sempre di più e sempre più velocemente. Indugiare, approfondire, significa frantumare l'esile superficie sulla quale siamo appoggiati. Questa perenne mancanza di profondità genera nuove difficoltà e il costante peregrinare ostacola la costruzione di coerenti biografie individuali. A livello sociale emergono nuovi deficit che la politica cerca di fronteggiare. Il saggio si conclude con una prospettiva originale che utilizza il paradigma del consumo per analizzare la politica e le sue trasformazioni. L'elettore viene visto come un consumatore di politica, soggetto a forti pressioni all'acquisto e a strategie di marketing politico.