Cristoforo Colombo l'ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America di Ruggero Marino edito da Sperling & Kupfer

Cristoforo Colombo l'ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America

Data di Pubblicazione:
25 settembre 2007
EAN:

9788860611635

ISBN:

8860611636

Pagine:
343
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia delle Americhe, Storia moderna dal 1450-1500 al 1700
Acquistabile con la

Descrizione Cristoforo Colombo l'ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America

Chi era Cristoforo Colombo? Un marinaio premiato al di là dei suoi meriti? O qualcosa di più, molto di più? Perché si firmava Christo Ferens, colui che porta a Cristo? Sulla base di una nuova interpretazione di antiche carte e documenti, l'autore rivisita le vicende del "navigatore dei due mondi" e della "scoperta" dell'America. Quanto si sostiene in questo libro non è mai stato affermato in cinque secoli di scritti colombiani: complotto secolare, thriller storico-politico-teologico, sottofondo alchemico-esoterico, sorprendenti parentele, eredità templari e cavalleresche. Sullo sfondo, "mappe impossibili", spedizioni e sbarchi precedenti al 1492 fra realtà e leggenda, personaggi come Marco Polo, Pico della Mirandola, Paolo Dal Pozzo Toscanelli.

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3 di 5 su 2 recensioni

Lettura difficile, per addetti ai lavoriDi F. Anna-9 settembre 2010

Il titolo di questa opera suscita curiosita'. Ho trovato pero' la lettura molto faticosa, sia per il linguaggio ricercato utilizzato, sia nei contenuti: ci sono innumerevoli digressioni e si perde un po' il filone principale, di per se' effettivamente interessante.

LE SCOPERTE DEL NUOVO MONDODi P. Tullio-16 novembre 2009

Ho letto con estremo interesse questo ammirevole lavoro, frutto di pazienti e meticolose, ma ancora incomplete ricerche. Lo devo alla bibliografia del saggio di Gavin Menzies "1421..." in cui l'Inglese descrive le straordinarie scoperte cinesi che, senza che ce lo dicessero, avevano già visitato i Nuovi Mondi. Anche Marino, fornendo tutta una serie di indizi e chiare evidenze, ci fa osservare come Colombo stesso - contrariamente a quanto ci è stato insegnato - era partito sapendo benissimo dove intendeva approdare. In entrambi i casi si tratta di opere oltremodo coraggiose, elaborate in anni di studi, da due tenaci ricercatori dilettanti stimolati da una salutare quanto utile ostinazione, grazie alla quale, ora, la scienza potrà proseguire con dati inediti, su nuove vie, fino ad allora scarsamente percorse, se non addirittura ignorate. Menzies conclude il suo saggio, definendolo solo come inizio di altre nuove tappe. Marino descrive la storia come un oceano di relitti che il ricercatore deve sforzarsi a mettere insieme con cautela, senza scartare troppo frettolosamente nessuna ipotesi, perché il buon investigatore non esclude nemmeno le meno probabili. Direi che la storia è come la verità: pur essendo uniche, non sono totalmente accessibili ai nostri umani limiti; infatti, ai nostri e fallaci occhi e percezioni si presentano continuamente nelle forme e modi più diversi; così, il tempo e rinnovati approcci condizionano la nostra comprensione; poi, altri paradigmi sostituiscono quelli vecchi. Tutti noi tendiamo ad interpretare gli eventi e la realtà come se li vedessimo attraverso il riflesso di un diamante, dove nuove immagini sfuocate si presentano costantemente sfuggevoli. Di conseguenza, in tappe alternate, altri tasselli mancanti si aggiungono al mosaico che non riusciremo mai a perfettamente completare, perché ogni generazione fa una lettura propria della realtà per poi esporla in modo distinto, non potendo evidentemente tornare indietro e rivivere eventi del passato, né emulare esperienze già vissute, perché nel frattempo le visioni cambiano come si allargano ed estendono gli orizzonti. Purtroppo, però, dilettanti come questi sono, in genere, avversati da chi si ritiene depositario esclusivo della verità e della conoscenza, anche se, in numerose scoperte, non si negano grandi contributi ai collezionisti di monetine e di cocci. Potremmo addirittura affermare che noi, in qualità di esseri umani limitati, siamo tutti degli eterni dilettanti: chi più chi meno, vive l'eterna lezione di vita, dove nessuna esperienza si ripete una seconda volta. Ecco, dunque, un altro prezioso contributo che Marino ci proporziona con questa affascinante opera. Dopo aver scandagliato gli oceani degli equivoci e, dopo aver setacciato musei, biblioteche e documenti misteriosamente alterati, recuperando importanti cocci e frammenti, ha saputo dare una nuova dimensione al piccolo mosaico che ora si potrà sviluppare vertiginosamente; infatti, non mancherà di stimolare altri curiosi a frugare fra i resti di rovine coperte da secolari ambigue certezze ed altrettante falsità mascherate, per ricomporre un quadro che il tempo ha ahimè deformato. Se Popper insegna che la conoscenza non si esaurisce, il suo amico Hayek spiega come possiamo ottenere risultati simili con mezzi diversi, ma pure risultati distinti con mezzi similari. Pertanto, ognuno di noi possiede la potenzialità di aggiungere un granello di verità e di storia in questo immenso mare di equivoci e di omertà. E sovente è necessario modificare la direzione; cambiare metodi, spulciare archivi dimenticati e procedere in modo opposto a quello che sembra più logico. La storia è ricca di benemeriti come Marino, Menzies o Schliemann; la scienza non li può frettolosamente esonerare; anzi, deve esser loro grata dei nuovi indizi, anche se qualche volta sbagliano; del resto, impariamo di più dai dubbi, sbagliando o dalle certezze consolidate e fossilizzate? Se dipendesse dalle iniziative fomentate unicamente dai titolari della conoscenza, o dell'indottrinato potere politico, non saremmo mai giunti al progresso favorito da questi coraggiosi individui solitari che affrontano l'opinione comune, uscendo dal gregge per frugare là dove nessuno immagina od osa di mettere il naso. Quante volte la storia, o meglio l'interpretazione degli eventi s'è insabbiata, terminando in vicoli ciechi? Spesso ci vogliono gli individui che non temono di elevare la propria voce fuori dal coro: è grazie a quelle voci "stonate" che si sono seguite nuove orme, stimolando l'innovazione ed il progresso.