I cretini non sono più quelli di una volta di Enrico Vaime edito da Aliberti

I cretini non sono più quelli di una volta

Editore:

Aliberti

Collana:
I lunatici
Data di Pubblicazione:
1 maggio 2008
EAN:

9788874243242

ISBN:

8874243243

Pagine:
141
Formato:
rilegato
Argomenti:
Televisione, Cultura e società
Acquistabile con la

Descrizione I cretini non sono più quelli di una volta

"Il fascino discreto dell'amnesia è degli eletti". Gli altri sono tutti costretti a ricordare, a ripensarci, a fare bilanci e a tornare indietro. E provare anche una strana inaspettata nostalgia. E allora dopo l'autobiografico "Quando la rucola non c'era" si può sentire l'esigenza anche di un secondo capitolo, perché, "tu chiamale, se vuoi, rimozioni", ma delle cose Enrico Vaime le aveva omesse, e c'era quasi un'altra vita da raccontare. La vita che comincia nel 1960 con l'ingresso in Rai, dove se volevi fare qualcosa di meno che idiota te lo dovevi inventare, le amicizie con Nino e Roberto, con i quali attraversa Milano, gli incontri con Luciano Mastronardi, che chiese in sposa la figlia del più celebre studioso di letteratura italiana, con Giovanni che faceva la rivoluzione al piano di sopra di una sala da biliardo, con Celestino, pieno di figli oltre che di soldi e di quadri di famiglia, con contesse e grandi produttori, ballerine che ballavano da ferme e sassofonisti che eseguivano Mood Indigo in sottoveste di pizzo. Altri personaggi, altro viaggio. In un passato vicino, "quando eravamo felici" e del quale, qui, si recupera anche il linguaggio, senza tanti problemi di consecutio e corretta dizione. Una finestra su un mondo che non riusciamo più a immaginare, nel quale ci si capiva meglio e tutto era più facile.

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4 di 5 su 1 recensione

Divertirsi con intelligenza Di M. Francesco-2 ottobre 2010

E' un libro di memorie che sembra quasi una telefonata informale dove l'autore racconta ciò che ha fatto il giorno prima: non si sente l’intralcio di un’evocazione costruita e nemmeno il peso della nostalgia a tutti i costi. Pare anzi che l'autore abbia voluto sottrarre a questi ricordi la patina polverosa e un po’ seriosa del tempo. Gli ingredienti principali sono l’ironia e ancor più l’auto-ironia, che garantiscono leggerezza e divertimento. La stupidità non è una scelta, e ciò nonostante resta una colpa: l'autore suggerisce di rispondere con un sorriso, sia pure disincantato.