La costa cieca

La costa cieca è un romanzo in cui lo scrittore argentino Carlos Maria Dominguez narra un triste periodo storico, attraverso un percorso allegorico che nasce dall'incontro tra un uomo e una donna. Le vicissitudini personali dei due, infatti, vanno a comporre un puzzle che descrive trent'anni di dittature, sparizioni e violenze. In un desolato tratto di spiaggia della costa uruguaiana, in un piccolo bar di una stazione di servizio, avviene l'incontro tra Arturo Balz, uomo di circa cinquant'anni, e una giovane ragazza che si fa chiamare Cambogia. Entrambi stanno vivendo un periodo difficile della loro vita, reduci da un naufragio esistenziale che li ha segnati in maniera profonda. I due si parlano con diffidenza e si raccontano parzialmente, senza mai svelare troppo. I ritagli di storia che emergono dal raccontarsi dei due si accostano lentamente l'uno con l'altro, fino a costituire un collage che raffigura il periodo storico più buio vissuto da due paesi: l'Uruguay e l'Argentina. Scopriamo così la storia di Cecilia Asti e quella di Rosie Doghram, la prima fuggita dalla dittatura militare uruguaiana per poi essere inghiottita nel vortice di quella argentina, la seconda sconvolta dalla follia del padre adottivo. Su tutto questo, un inverno australe che spazza con violenza le coste deserte e i binari morti di una Buenos Aires anni Settanta. Carlos Maria Dominguez, con la costa cieca, racconta un'umanità sconvolta dal peso di storie che non potranno mai essere raccontate.