Per cosa si uccide di Gianni Biondillo edito da TEA

Per cosa si uccide

Editore:

TEA

Collana:
Teadue
Data di Pubblicazione:
13 aprile 2006
EAN:

9788850209866

ISBN:

885020986X

Pagine:
285
Formato:
brossura
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Descrizione Per cosa si uccide

Inizio d'estate: con un cane sgozzato, una serie di omicidi lunga un anno nel quartiere di Quarto Oggiaro, periferia di Milano. Protagonista è, suo malgrado, l'ispettore Ferraro, uomo senza particolari qualità. Separato con un figlio, vive da solo. Attorno a lui ruotano poliziotti surreali, spacciatori, imprenditori rampanti, contrabbandieri, informatori, pendolari, "sciure" e manifestanti: il popolo di una città e della sua periferia. Le indagini di Ferraro servono da pretesto narrativo per raccontare il ventre molle di Milano, vera protagonista del romanzo. «Una città - sostiene l'autore - che non vuole morire e che, se muore, comunque rinasce, con orgoglio».

Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 4 recensioni

Un'altra Milano Di S. Paolo-22 dicembre 2012

Uno sguardo sulla vita di una periferia milanese. Ferraro ci è nato, ci è vissuto, e quando è diventato poliziotto, continua a viverla dal di dentro, traendo vantaggio, e qualche volta svantaggio, dalla sua conoscenza dell'ambiente e di chi in esso si muove come pesce nell'acqua. I colleghi e superiori del Commissariato di Quarto Oggiaro, figure in qualche caso magari più dotate, anche se con originalità notevoli, devono riconoscere che alla fine è lui a essere risolutivo. La struttura è anomala con quattro racconti di lunghezza diversa, di cui uno molto più lungo degli altri: in questo in particolare si apprezza, o talvolta si può criticare, una scrittura realistica che però eccede nelle ripetizioni. Il romanzo (nel caso del racconto più lungo) è abbastanza contorto e pieno di diversivi che fanno apparire voluta la dimensione. Sufficientemente piacevole comunque la lettura.

Inaspettato piacere!Di P. Barbara-27 agosto 2012

E' stato con inaspettato piacere che ho letto questo libro, incollata alle parole l'ho letto tutto d'un fiato. I personaggi sono irresistibili e l'ironia con cui descrive la nostra società è disarmante. Leggerò volentieri il seguito, lo consiglio vivamente!

Buono lo stile Di L. Michele-12 maggio 2012

Per scrivere un bel thriller ci vogliono la città e i personaggi; Biondillo ce li offre entrambi. E che città (Milano) e che personaggi (L'ispettore Ferraro è un personaggio mitico) . Quattro racconti sintetici che ripercorrono un anno di vita del detective uno per stagione con i personaggi che si avvicendano e escono dalle storie, così come nella realtà entrano ed escono dalla nostra esistenza. La trama è scorrevole, i dialoghi veloci e spiritosi, la fabula narrativa regge e la credibilità pure.

Per cosa si uccideDi I. Alice-21 luglio 2011

Mi ha lasciato perplessa sopratutto l'avvio, estenuante e incocludente. Le seconde cinquanta pagine sono rimaste divertenti ma hanno smorzato l'entusiasmo iniziale. Le pagine restanti sono solo un'ennesima ripetizione di ciò che è stato scritto nelle prime cento pagine. Io credo che Biondillo avrebbe fatto meglio a scrivere tre o quattro racconti lunghi e pubblicarli separatamente, perchè, in questo romanzo, se si ride fino alle prime cento pagine, per quelle successive si ride degli stessi motivi delle prime, e anche il sorriso si smorza della spontaneità iniziale adeguandosi alle smorfie di circostanza che le solite battute cercano di insinuare. Il suo è un umorismo gradevole ma che non si rinnova, rimane statico, e ciò può provocare, alla lunga, il risultato opposto a quello che vuole ottenere, noia piuttosto che divertimento. La trama gialla è pressochè inesistente, non esiste tensione narrativa e nessun intreccio particolare degno di nota. Non posso esprimermi sulle pagine che parlano della città, posso anche dare per buono che il suo "sguardo" sia effettivamente come descritto nelle diverse critiche al libro, ma questi due elementi sono troppo pochi per poter dare un voto alto a questa lettura, Ferraro sarà anche un personaggio dai risvolti interessanti (a me piace che non sia il solito superuomo che fa della forza e dell'intelligenza le sue armi migliori) ma da solo non basta a reggere tutta la struttura del romanzo. Senza quei tanti ammiccamenti al lettore (decido io se una battuta mi fa ridere) e con una maggiore attenzione al thrilling - visto che di thriller si dovrebbe trattare, comodo dire sempre che il giallo è un pretesto per raccontare altro quando non viene bene - poteva essere un buon libro, così mi sembra un prodotto molto sopravvalutato, di facile lettura, sì, ma senza troppe pretese.