Il corso delle cose di Andrea Camilleri edito da Sellerio Editore Palermo
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Il corso delle cose

Collana:
La memoria
Edizione:
8
Data di Pubblicazione:
6 novembre 1998
EAN:

9788838914720

ISBN:

8838914729

Pagine:
160
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Il corso delle cose

Un paese della Sicilia, trent'anni fa. Vito è un solitario, soprannominato "ombra", anche se la sua vita ombre non ne ha. Una sera subisce un attentato. Un errore di persona? Secondo il maresciallo è un avvertimento, ma Vito non capisce. Cosa si vuole da lui? Perché è minacciato? Lo capirà tardi, e l'amara verità gli darà il coraggio che non pensava di possedere. Primo romanzo di Camilleri il cui titolo prende spunto da una frase di Merleau-Ponty, "il corso delle cose è sinuoso", frase che si adatta a una certa realtà siciliana, una realtà che sembra sfuggire dalle mani dell'osservatore, intessuta di moventi umani elementari ma oscuri, di gesti cerimoniali che alludono a una seconda natura, a un'ipotesi dell'uomo non misurabile con i parametri della logica.

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3 di 5 su 4 recensioni

Il corso delle coseDi m. michele-20 settembre 2011

Libro che consiglio vivamente a tutti coloro che amano la scrittura del grande Camilleri, un interessantissimo romanzo l'intreccio degli eventi è molto avvincente e si lascia leggere con gran piacere, forse è un romanzo meno conosciuto tra tutti quelli pubblicati da camilleri, questo testo però si è rivelato davvero una piacevolissima scoperta.

ImperdibileDi l. vito-31 luglio 2011

Il corso delle cose è un libro imperdibile per gli estimatori di Andrea Camilleri. È il suo romazo di esordio, scritto nel 1978, una decina di anni prima della comparsa del ben più noto Commissario Montalbano. È un'ottima opera prima, nella quale troviamo il sapore della Sicilia, così cara all'autore.

Il corso delle coseDi C. Lia-30 luglio 2011

In ordine cronologico fu il primo romanzo scritto da Camilleri all'età di 41 anni. Solo la riproposizione presso Sellerio consente di apprezzarne la scrittura e la trama. E come primo tentativo, pur nell'altalenarsi ancora di momenti di peso diseguale, ha già un suo interesse. Per la lingua, dove appunto si usa il parlato, anche se ancora non a livelli dei bofonchiamenti dell'ultimo Montalbano. Un parlato molto diluito, ma che comincia a contenere espressioni e modi che non vanno "tradotti" (come dice lo stesso Camilleri, trasportarli in italiano fa risultare la prosa distaccata) ma fluiti, forse non capiti parola per parola, ma se ne sente il senso. E alcuni intarsi "di folklore e di costume", ancora sbozzati, ma, soprattutto nelle pagine sulla genesi e lo svolgimento della saga di San Calogero (Calò per gli amici) si sente l'irrompere del "suo" mondo siciliano. Che, libro dopo libro, anche un po' nostro è diventato. E non manca quell'impegno (o almeno tentativo) di libro di critica sociale, un po' sulla scia di quelli che considerava i suoi maestri, i famosi svedesi Sjowall Wahloo del commissario Beck. Qui ci si limita ad un accenno al "bandito Giuliano", e poi all'atmosfera generale. Quella delle piccole e grandi mafie, degli sgarri, del dire e non dire, del mandare segnali di fumo, prima di arrivare al fuoco vero e proprio. Anche lo svolgimento è interessante, perché (d'altra parte ce lo avverte il titolo che il corso delle cose è sinuoso) si srotola a poco a poco, da una parte con un morto di mafia sicura, che i carabinieri non riescono a dipanare, dall'altra mentre seguiamo le avventure del buon Vito, che certo nulla ha a che vedere con quei fatti, ma che ci si trova invischiato senza la capacità di uscirne. Proprio perché è uno che non vorrebbe far torto a nessuno, che non vuole essere messo in mezzo. Ma questo suo defilamento si scontra con la sua "innocenza" (sbadataggine? ) che gli farà fare dei passi più pericolosi di quanto sembra. Usando già questo rincorrere di fatti, prendendo spunto dei mille rivoli della storia, divagando tra personaggi e "pupi", Camilleri ci costruisce una bella foto di uno spaccato di Sicilia che, purtroppo, ben reale 40 anni fa, non credo sia del tutto sparito. Si sarà evoluto (come si evolve la sua scrittura, se paragonata all'ultimo libro giallognolo senza Montalbano, di cui alla trama poco sopra) . Ma certo non sparito. Come tutte le opere del suo spaccato di vita, è sempre un po' con poche speranze, e soprattutto senza dei veri "buoni" (che si incarneranno soltanto in Montalbano, che, solo, riuscirà, nel suo piccolo, a raggiungere punti positivi) . Insomma, pur avendo l'età di Camilleri quando lo scrisse, il romanzo scorre piacevolmente in questo inizio d'estate, promettendo succose granite di limone ai lettori.

Ottima prova d'esordioDi A. Giuseppe-5 agosto 2010

Non è un capolavoro letterario ma per essere il primo romanzo scritto da Camilleri è molto ben fatto e presenta già embrionalmente molte delle tematiche che il grande scrittore di Porto Empedocle svilupperà pienamente nelle opere successive.