Correggio. Le mitologie d'amore

Il termine “poesia”, nel linguaggio pittorico del primo Cinquecento, indicava un nuovo tipo di dipinto destinato alle corti, che alludeva ai desideri d'amore. Le scene sono spesso ambientate in giardini o in contesti naturalistici, dove sono collocati nudi mitologici. Il Correggio venne chiamato a elaborare questi temi dalla corte mantovana negli ultimi anni della sua vita. Le sei tele che ci ha lasciato (L'educazione d'Amore, Venere e Cupido con un satiro, Ganimede e l'Aquila, Giove e Io, Danae, Leda e il cigno) divennero, in virtù della loro originalità e bellezza, la sorgente di quel dovizioso filone pittorico che avrebbe percorso l'Europa nei secoli XVII e XVIII. Delle mirabili composizioni correggesche vengono accuratamente analizzati, in questo volume, le fonti antiche, i riscontri coevi, gli influssi sull'arte successiva. Ne emergono le ragioni dei celebri quadri: autentiche “poesie” di vibrante pulsione erotica.