Contratto con Dio

Quest'opera rappresenta l'esordio di Eisner nel campo delle graphic novel, e devo confermare quanto egli dimostri di essere un narratore e un artista di geniale talento. Come in New York, anche qui egli si confronta abilmente con la vita di tutti i giorni, rappresentandoci le abitudini, le disavventure, le aspirazioni e le esperienze quotidiane della gente comune, specchio di quella reale: fa dunque entrare la quotidianità, anche quella più bassa e becera, nel fumetto, conferendogli dignità letteraria e dimostrando al contempo come anche e soprattutto la rappresentazione del reale più semplice possa essere elevata a oggetto d'arte. Ma non solo. Nella prima delle graphic novel che dà titolo al libro ci narra la storia del pio Frimme Hirsch, che conduce un'esistenza irreprensibile fino alla morte della figlia, quando decide di rescindere un contratto che aveva stipulato con Dio: cambia vita e diventa un cinico speculatore sino a quando chiede ad alcuni saggi di scrivergli un nuovo contratto del quale tuttavia non riesce a provare la validità perchè muore improvvisamente. Con questa breve storia Eisner tocca dunque questioni universali quali il senso della vita, l'intervento imprevedibile e risolutivo della provvidenza, e soprattutto il complesso rapporto con la fede, ponendo a sè stesso e al lettore domande fondamentali: chi regola la nostra vita e in base a cosa? E' l'uomo l'unico fautore del proprio destino o esiste un cammino già prestabilito per ognuno? La fede è prerogativa di una vita felice al sicuro riparo dalle sofferenze oppure, indipendentemente da questo, esiste già un percorso di vita tracciato che l'uomo può solo accettare? (e, attraverso la vicenda di Hirsch Eisner sembra comunque propendere per la seconda opzione) Contratto con Dio ingloba dunque una fedele rappresentazione del reale ma va al di là di essa proponendosi come opera di spessore morale. Rispetto ad alcune graphic novels contenute in New York qui sembra venire un po' meno quella vena amara e malinconica che accompagna i destini umani, sostituita da situazioni estreme di rabbia, condanna e rassegnazione, ma il risultato complessivo resta quello di un lavoro più che buono. Non posso dunque che confermare quello che è stato il mio primo pensiero sorto durante la lettura di New York: Eisner, sei un genio!