Descrizione I conti con me stesso. I diari 1957-1978
I diari sono documenti segreti scritti per divenire pubblici. Nella maggior parte dei casi sono nelle intenzioni dell'autore la sua ultima opera, quella che gli permetterà di prendere ancora una volta la parola dopo la morte e di costringere gli altri ad ascoltare [...]. Credo che i diari di Montanelli non facciano eccezione alla regola e siano quindi, nelle intenzioni dell'autore, destinati alla pubblicazione. Per alcune ragioni. In primo luogo l'autore parla sempre e soprattutto di se stesso. Attenzione. Vi sono in queste pagine non meno di un centinaio di personaggi, da Leo Longanesi, a Giovanni Ansaldo, da Giuseppe Prezzolini a Eugenio Montale, da Ugo La Malfa a Leo Valiani, da Giovanni Agnelli a Bruno Visentini, da Mariano Rumor ad Amintore Fanfani, da Vittorio Cini a Guido Carli, da Wally Toscanini a Joséphine Baker, da Giovanni Spadolini a Silvio Berlusconi, da Henry Kissinger a Raymond Aron. Vi è la lunga galleria dei colleghi: Eugenio Scalfari, Piero Ottone, Giorgio Bocca, Gaetano Afeltra, Michele Mottola, Enzo Bet-tiza, Bino Buzzati, Alberto Ronchey, Giovanni Russo. Ma entrano in scena, dicono qualche parola, talvolta un breve monologo, e lasciano il palcoscenico. Sono caratteristi e comparse che ruotano intorno al sole del protagonista. Il loro scopo è quello di porgere la battuta a Montanelli o di sollecitare il suo talento di ritrattista.
Recensioni degli utenti
I conti con me stesso-2 aprile 2011
Un libro che è insieme autobiografia, reportage, diario intimo e memoriale. I diari di personaggi famosi un tempo li leggevano i filologi, da qualche anno li si pubblica, cosa che a me continua a sembrare una violazione della privacy. Ma non in questo caso: si capisce benissimo che Montanelli questi diari li scrisse perché fossero pubblicati dopo morto. Sono troppo curati, troppo precisi, troppo ricchi di quelle folgoranti battute per cui abbiamo imparato a conoscerlo. E soprattutto lui ne esce troppo bene, attento anche a riconoscere le sue piccole meschinità e ipocrisie quotidiane, quelle che abbiamo tutti, per uscirne ancora più umano e onesto con se stesso agli occhi del lettore. Sapendo questo, cioè che è quasi un'opera letteraria, ci si diverte abbastanza. Però che copertina orrenda.