La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi
- Editore:
Fandango Libri
- Data di Pubblicazione:
- 26 giugno 2008
- EAN:
9788860440532
- ISBN:
886044053X
- Pagine:
- 374
- Formato:
- brossura
Descrizione La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi
La seconda avventura del commissario Ricciardi, l'uomo che possiede il dono (o la condanna) di sentire le ultime parole pronunciate da chi muore di morte violenta, quello che lui chiama "il Fatto". Napoli, aprile 1931. Il vento di primavera si annuncia nella notte di una giornata fredda e cupa e rimescola il sangue nelle vene di donne e uomini persi nei loro pensieri ma uniti dall'attesa del giorno che arriverà. Non è così per tutti: in un appartamento del popolare rione Sanità un'anziana donna, Carmela Calise, verrà trovata morta il giorno dopo, ridotta a un mucchio di ossa e sangue, barbaramente colpita a bastonate. Accorso sul luogo del delitto insieme al fedele brigadiere Maione, il commissario Ricciardi interroga la gente del palazzo e, nonostante il clima di omertà, scopre la doppia attività di Carmela, cartomante e usuraia. Al centro della vicenda è il decrepito appartamento dove la cartomante riceveva i suoi clienti, per predire in modo ingannevole il loro futuro o per garantirglielo, prestando denaro. Sono parecchi quelli che avrebbero avuto un motivo per ucciderla - strozzati dai debiti, succubi delle sue menzogne, delusi o disperati.
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Recensioni degli utenti
Continuo ad amare Ricciardi-8 maggio 2012
Terzo romanzo delle avventure del commissario Ricciardi, il bel tenebroso vittima della 'maledizione' (vedere le anime dei morti uccisi) . De Giovanni l'ho sempre considerato come un poeta del dolore e non un semplice romanziere. In questa storia con alcune perle di saggezza è riuscito a interessarmi maggiormente rispetto agl'altri già sfogliati, qualcosa in più si sa dei protagonisti ispirando simpatie e antipatie dei personaggi che frequentano la serie.
La condanna del sangue-29 luglio 2011
Questo scrittore è un fenomeno vero, in barba a tutti quelli che crticano la letteratura italian. Oserei dire che con lui il giallo diventa letteratura vera e propria (a mio avviso non che non lo sia, ma spesso non è considerato alla pari di tutto il resto) , si eleva, si nobilizza a qualcosa di superiore, di sublime, di magico. In questo suo secondo romanzo troviamo il suo freddo ma umano, acuto e carismatico commissario Ricciardi alle prese con la morte di una cartomante-usuraia nella primavere della Napoli del 1931. Come in "Il senso del dolore", primo romanzo dell'autore, ritroviamo qui gli scorci, le atmosfere, gli angoli, i colori, i sapori e le ombre della Napoli di quegli anni, una città dipinta in maniera tanto viva e tangibile che sembra di viverci mentre si prosegue nella lettura; ritroviamo anche quella caratterizzazione completa e specifica di ogni simgolo personaggio (soprattutto le tante figure femminili, che qui hanno un ruolo primario), capace di dare ad ognuno un taglio specifico; infine, ritroviamo quello stile poetico che tanto mi ha fatto innamorare di questo autore. L'unico motivo che mi ha fatto preferire "Il senso del dolore" è stata l'eccessiva carne al fuoco che ho percepito: amo la scrittura di De Giovanni indipendentemente da ciò che scrive, e, in fondo, i suoi libri sono gialli-non gialli, che più di concentrarsi su certi aspetti tipici del genere amano dipingere tempi ed atmosfere slegandosi da qualsiasi genere letterario nel quale li si voglia inscatolare... Però qui, forse, c'è un po' troppo, e di tutto: troppi personaggi anche secondari, troppi intrecci, troppi passaggi che si soffermano su fatti e azioni non inerenti quella principale facendola passare appunto, un po' troppo in secondo piano. Avrei preferito un racconto più stringato e mirato come quello di "Il senso del dolore", mentre qui ho avuto l'impressione che l'autote abbia voluto sfatare un po', facendo leva sulle sue doti da scrittore comunque apprezzabili. "La condanna del sangue" resta comunque un romanzo più che buono, e De Giovanni conferma di essere un narratore di classe e talento.
Il tocco-9 maggio 2011
Maurizio De Giovanni ha voluto dedicare alle avventure del commissario Riccardi una stagione per libro. Il secondo volume, l'estate, tratta il tema di una cartomante usuraia, del cui omicidio il commissario svolgerà le relative indagini, servendosi del "Tocco", la sua peculiare dote nascosta.
Pennellate di parole-26 dicembre 2010
Bell'autore, bel libro. Questa scoperta la devo alla acuta e sensibile intelligenza della si. Ra Bellardi, recensionista su questo stesso sito (visto che servono le recensioni? ) Affascinante e felice l'ambientazione in una Napoli degli anni 30, una Napoli non sconosciuta ma fuori dallo schema "sole pizza mare e camorra" dove emergono gli "italiani" e non le macchiette. Romanzo profondo, intenso, scorre lento e calmo come un fiume, lievemente melanconico, a tratti ironico ma mai volgare o fuori misura, pregno di dolenti meditazioni sui comportamenti umani. Noir atipico, un pizzico di soprannaturale, un commissario alla Maigret, tormentato come un'ispettore della Vargas ma lontano anni luce non solo dalla frenesia dei gialli americani ma anche dai Carlotto e Lucarelli nostrani. I toni sono caldi, l'atmosfera soffice, palpabile, le parole sembrano pennellate e l'affresco che ne risulta, vivido reale e coinvolgente. Forse mi ripeto ma ora ne sono certo: e' nata una stella nel cielo degli scrittori italiani... E che stella!
La primavera é arrivata...-20 dicembre 2010
La primavera arriv a Napoli il quattordici aprile millenovecentotrentuno, poco dopo le due del mattino. Arriv in ritardo e come al solito, con un colpo di vento nuovo dal sud, dopo un acquazzone. Se ne accorsero per primi i cani, nei cortili delle masserie del Vomero e nei vicoli vicino al porto; alzarono il muso e annusarono l'aria e, sospirando, si rimisero a dormire. Eccezionale. Poetico. Nero. Avvolgente. Emozionante. Malinconico. Doloroso. Giusto. 8 aggettivi per definire un libro immenso come l'infinito.
La condanna del sangue-4 ottobre 2010
Non conoscevo De Giovanni, ed è stata una piacevolissima scoperta. Il romanzo funziona benissimo, l'ambientazione riuscitissima. Veramente un bel giallo, con storie parallele ad incastro, fino a ricomporre la vicenda. La soluzione arriva, a sorpresa, nelle ultime pagine del libro, lasciando poco margine all'intuizione del lettore. Non c'è che dire, chapeu!