Il commissario Hunkeler e la mano d'oro
- Editore:
Casagrande
- Collana:
- Scrittori
- Traduttore:
- De' Grandi G.
- Data di Pubblicazione:
- 21 gennaio 2010
- EAN:
9788877135612
- ISBN:
8877135611
- Pagine:
- 224
- Formato:
- brossura
Descrizione Il commissario Hunkeler e la mano d'oro
Il commissario Hunkeler è di pessimo umore. Si trova da solo nella località termale di Rheinfelden per curare il suo mal di schiena, in congedo fino a nuovo ordine, convinto che i superiori intendano mandarlo in pensione anticipata. Ma il tranquillo e noioso soggiorno è interrotto bruscamente da un grido: Roger Ris, ricco gallerista della vicina Basilea, galleggia a pancia in giù nella piscina, e una chiazza di sangue si allarga sull'acqua. Alla polizia locale il caso sembra chiaro: l'assassino non può essere che il giovane accompagnatore della vittima. Emergono però alcuni particolari che insospettiscono il commissario Hunkeler e lo portano, sebbene in congedo e fuori giurisdizione, sulle tracce di una banda di trafficanti d'arte e di una comunità di giovani freak estremisti, pure animati da un interesse particolare per l'arte. Tracce che si confondono, si perdono e si ritrovano all'improvviso tra le colline del Giura e i primi contrafforti della Foresta Nera che circondano Basilea, città di confine tra Svizzera, Francia e Germania.
Recensioni degli utenti
Il commissario Hunkeler-11 aprile 2011
Un ottimo romanzo, cupo ed entusiasmante, ricco di eventi inquietanti e personaggi singolari. E' un romanzo godibilissimamente svizzero, cioè descrive un mondo in cui la gente non sembra farsi male davvero, in cui la gente non è così cattiva come sembra, e tutti sono molto molto corretti. Però il male alligna lo stesso, anche se un po', come dire, attenuato. L'aspetto migliore del libro è la sua elveticità, questi paesaggi tranquilli, questo rambling senza troppi pensieri cui si dedica il protagonista, la pacatezza dei rapporti, l'illustrazione di un mondo che sembra davvero molto più gradevole. Niente a che vedere con Durrenmatt, cui il solito sborone della quarta di copertina tenta di avvicinare questo scrittore (così come per ogni irlandese è d'obbligo il paragone con Joyce) , l'autore è una persona semplice e tranquilla che si trova perfettamente a suo agio in questo mondo ed è capace di dipingerlo in maniera del tutto accattivante, nei suoi difetti e nei suoi lati positivi. Di una vicenda troppo piena di nomi e di gente, troppo intricata e un po' inutile, restano in mente i sentieri nel bosco, le osterie accoglienti con le panche all'aperto, il buon vino e i giri oziosi al di qua ed al di là del confine.