Colpevole di essere nata. Un'adolescente ad Auschwitz
- Editore:
L'Harmattan Italia
- Collana:
- Memorie
- Traduttore:
- Barile N.
- Data di Pubblicazione:
- 2008
- EAN:
9788878920873
- ISBN:
8878920878
- Pagine:
- 180
- Argomenti:
- MEMORIE, Olocausto
Descrizione Colpevole di essere nata. Un'adolescente ad Auschwitz
Il percorso di una ragazzina, vittima del famigerato capo della Gestapo a Lione nel 1944, K. Barbie, sopravvissuta al campo di concentramento e testimone d'accusa nel processo del 1987 contro il suo aguzzino.
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L'accusa di Simone-16 ottobre 2008
E' la storia autobiografica, scritta circa dieci anni fa, da Simone Kadoshe, una ragazza ebrea francese deportata tredicenne ad Auschwitz insieme con la madre, nel giugno del 1944, dopo essere stata torturata per diversi giorni da Klaus Barbie, il cosiddetto Boia di Lione, capo della Gestapo in questa città con il grado di Hauptsturmführer, tragicamente celebre per la deportazione di centinaia di ebrei (tra questi, moltissimi bambini), nonché per la tortura ed eliminazione fisica di altre centinaia di patrioti francesi. Simone è stata il principale testimone d'accusa al processo, intentato nel 1983/1987 contro tale truce personaggio; processo che vide ben 37 udienze, conclusosi con la condanna di Barbie all'ergastolo per crimini contro l'umanità. La prima sentenza del genere pronunciata in Francia. Il racconto riesce a far sì che il lettore si identifichi totalmente con il terrore di questa ragazzina, la sua disperazione, ma anche la forte dignità, il coraggio di vivere, che le fa apprezzare un raggio di sole tra i rami o il sorriso di una prigioniera, l'amore immenso per la Mamma, che la induce a rinunciare alla fuga, durante il trasferimento verso l'Ignoto, pur di starle vicino. La Mamma è figura sempre presente, anche quando gli aguzzini gliela porteranno via, ad Auschwitz, per ucciderla nella camera a gas. Il linguaggio è semplice, efficacissimo, nel descrivere l'indescrivibile: i pianti dei bambini, le urla bestiali, le botte, la progressiva, calcolata, disumanizzazione dei prigionieri, colpa ancor più grave, se possibile, della loro soppressione. Lo stile narrativo è essenziale, con le sue frasi brevi e i punti esclamativi che esprimono i sentimenti, senza tante preoccupazioni formali. Nel condurci davanti alla Gorgone, quell'impietosa freschezza espressiva spesso è assai più efficace dei preziosismi tipici di uno scrittore di professione.