Clementina Forleo. Un giudice contro di Antonio Massari edito da Aliberti

Clementina Forleo. Un giudice contro

Editore:

Aliberti

Data di Pubblicazione:
23 novembre 2008
EAN:

9788874243730

ISBN:

8874243731

Pagine:
304
Argomenti:
Corruzione politica, Reati commessi da persone giuridiche e reati dei colletti bianchi
Acquistabile con la

Descrizione Clementina Forleo. Un giudice contro

Clementina Forleo è il Gip più famoso d'Italia. Suo malgrado. In questi ultimi due anni si è occupata dell'inchiesta sull'Antonveneta-Bnl, nonché di D'Alema, Passino e Latorre, toccando un nodo cruciale dei rapporti tra politica e magistratura. È il Parlamento, infatti, che deve autorizzare all'utilizzo delle intercettazioni, fondamentali per iscrivere i politici nel registro degli indagati. La Forleo, in questa lunga intervista rilasciata ad Antonio Massari, affronta punti cruciali: il conflitto tra l'esecutivo e pezzi della magistratura da un lato e il silenzio delle toghe dinanzi agli attacchi dell'esecutivo dall'altro; il caso De Magistris; la crisi di identità delle correnti all'interno della magistratura associata e di conseguenza la crisi di rappresentanza dei magistrati. E poi le puntate di AnnoZero, i capi di incolpazione che pendono sul Gip, i dubbi sulla morte (in un incidente stradale, dopo aver ricevuto minacce) dei genitori, la rinuncia alla scorta, i procedimenti disciplinari.

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4 di 5 su 2 recensioni

Un giuduce..Di a. stefano-21 maggio 2012

... Che si è messo contro il potere e per questo è stata punita. Si è occupata della acquisizione della banca nazionale del lavoro da parte di unipol indagando sui politi implicati nella trattativa e per questo è stata oggetto di ispezioni e indagini da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Fu trasferita e fatta oggetto di una cattiva campagna di stampa. Ma alla fine si sono dovuti ricredere ed è stata parzialmente ripagata dalle umiliazioni subite.

Il giudice "onesto" è solo.Di z. manuela-6 novembre 2010

Clementina Forleo si definisce una che tra decidere di non vedere, per non farsi male, e andare a vedere, correndo dei rischi, sceglie questa seconda strada. E Clementina, nella sua coerenza, visto ha visto, male si è fatta male. E molto. Ma vedere significa capire con cosa, o con chi, si ha a che fare, e decidere di essere liberi. L'art. 21 della costituzione riconosce e tutela la libertà di manifestazione del pensiero. Il limite più grande che tale libertà incontra i costituenti si sono dimenticati di metterlo nero su bianco. Forse non lo immaginavano neanche loro. Il diritto della libera manifestazione del pensiero, come dice nell'intervento posto alla fine del libro Luigi De Magistris, "è accettato solo quando si dicono cose che non disturbano i manovratori di turno". Clementina Forleo ha pagato il prezzo per essersi occupata dell'intreccio tra politica e affari, per aver avuto il coraggio di parlare pubblicamente dei "poteri forti", di quando sia a rischio l'indipendenza interna della magistratura. E' stata isolata, accusata di non essere una persona equilibrata, di dire cose che non può provare, di offendere la categoria cui appartiene, di abusare del suo potere di magistrato nei procedimenti. Certo è che da questo libro "certa" magistratura non ne esce bene. Ma si sa, tra l'erba buona c'è sempre anche un pò di erba cattiva. Non per questo automaticamente diventa tutta cattiva, ma bisogna sapere, informarsi, capire, non credere senza verificare. "Quando il re è nudo, quando si ha il coraggio di denudarlo". Con questo libro si è cercato di dimostrare chi sia Clementina Forleo attraverso i suoi atti, le sue sentenze, le sue prese di posizione, le sue vicissitudini. nella prefazione Marco Travaglio sottolinea come il vero protagonista di questa storia non sia Clementina Forleo ma il potere politico, economico e soprattutto giudiziario. Tutto inizia col 1994, quando la Forleo prende servizio a Milano. Prima di diventare gip di Milano era stata un commissario, esperienza, questa, che ha inciso molto sul suo modo di pensare e di agire. Donna del sud che si trasferisce al nord per svolgere la sua professione, in una Milano alla quale si sentirà fortemente legata. Da giudice stimato e lodato passerà ben presto ad una situazione che definirei della serie "tutti contro Clementina" (o "Clementina contro tutti", a seconda dei punti di vista). Perchè si sa, mai mettersi contro i potenti per far rispettare la giustizia. Dopottutto, in questa Italia, i giudici devono far giustizia? No, devono assicurarsi che vi sia impunità, difendere i potenti dalla giustizia. L'indipendenza del magistrato è roba da Costituzione, vecchia e scomoda Costituzione. Sono gli anni di manI piulite, della detenzione di Enzo Tortora e delle dichiarazioni del pentito Gianni Melluso, del caso Dell'Utri e Tremonti, del caso della strage di Piazza Fontana, dell'assassinio di Fausto e Iaio, dell'inchiesta milanese in cui spunta il nome di Mohamed Daki e dell'esistenza di una presunta cellula terroristica, dell'abuso di potere del poliziotto De Cesco, delle scalate bancarie. Clementina Forleo racconterà delle minacce alla propria vita e a quella dei suoi cari, della tragica vicenda della morte dei suoi genitori, delle ispezioni ministeriali alle quali sarà sottoposta. Interverrà poi sul caso De Magistris. Dopo le puntate di Annozero, in cui Clementina farà importanti e forti dichiarazioni, il CSM decide di aprire una pratica per la tutela della Forleo. Il libro riferisce dell'audiizone alla quale è stata sottoposta dal CSM con lo scopo di comprendere il senso delle sue dichiarazioni rese ai giornali e in tv. In tale occasione la Forleo riferirà di come il tenente Pasquale Ferrari, addetto alla sua sicurezza per aver il giudice e i suoi genitori ricevuto lettere minatorie, decise di querelarla, accusandola di aver deciso tempi e modi del procedimento e di essere entrata in possesso di atti di cui non poteva disporre. In realtà questa non era stata altro che la reazione del tenente per aver la Forleo ritenutolo negligente nella conduzione delle indagini relative alla morte dei suoi genitori e di aver fatto presente la cosa a chi di dovere (ritardava, senza motivo, nella richiesta alle compagnie telefoniche dei tabulati necessari per indagare sulle telefonate anonime che ricevevano i genitori della Forleo prima di morire). La Forleo saprà poi dal prefetto Lombardi che il tenente Ferrari era disposto a rimettere la querela essendo stato spinto a proporla da due magistrati di Brindisi. Queste e molte altre vicende sono raccontate in questo libro. Personalmente sono rimasta davvero impressionata da quando ho letto. Ne consiglio vivamente la lettura.