In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall di Vinicio Capossela, Vincenzo Costantino edito da Feltrinelli
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In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall

Editore:

Feltrinelli

Data di Pubblicazione:
6 marzo 2013
EAN:

9788807880209

ISBN:

8807880202

Pagine:
219
Formato:
brossura
Argomento:
Racconti
Disponibile anche in E-Book
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Trama In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall

"Pagine in forma di round, perché la boxe è un po' la metafora della vita. Un incontro dopo l'altro. Il gong e ancora il gong, e noi sempre più suonati, destinati tutti a diventare vecchie glorie, orfani dei riflettori della nostra gioventù." Vinicio Capossela e Vincenzo Costantino "Cinasky" in un libro a quattro guantoni in forma di round. Due amici, due "compagni di sbronze" - Mr Pall e Mr Mall -, complementari e indivisibili come la scritta sul pacchetto di sigarette, alle prese con l'epica della quotidianità. Ubriacature e abbandoni, solitudine e vagabondaggi notturni, scorribande negli ipermercati e vecchie auto scassate e, su tutto, l'amicizia che sempre salva e tiene a galla.

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2 di 5 su 1 recensione

In clandestinitàDi S. John-14 febbraio 2011

Questo libro mi ha fatto sudare sette camicie. Penso - come affermato nel testo stesso - che gli artisti siano da tutelare; ma stavolta ho letto poca convinzione, in questo lavoro. Sa troppo di "tentativo", troppo di "Proviamoci...". E poi c'è un gioco strano - all'inizio - che sembra quasi un prendere le distanze dal lavoro stesso; insomma, se in una cosa ci credi la fai, sennò no, non vi pare? Invece troppo spesso i due si muovono su una linea ambigua che sta tra il "vi racconto una cosa, perché mi sembra importante condividerla", e il "ho mandato il plico all'editore per sbaglio: in realtà sono pensieri (e panni sporchi) miei". Questa difficoltà nel quagliare si affianca a un'edizione di dubbia qualità (era da un pezzo, che non trovavo così tanti errori in un testo), e anche i brani piacevoli e intensi che indubbiamente ci sono ne risultano sviliti. Oltre agli svarioni di natura squisitamente tipografica, ce ne sono un altro paio di contenuto che spiazzano un poco: perché citare Tom Jones, ad esempio, quando si sta parlando di una canzone di Tom Waits? Da spettatore (visto che complice non lo sono stato) posso dire di aver goduto di molto dei brani su Diamanda Galas, quelli sul varo e l'affondamento del Café Chinaski, le notti al Murazzo (a Torino, sta, mica a Genova come mi credevo...), poi gli inviti all'ascolto dei vari Tom Waits e Jeff Buckley, l'orologio modello cresimale, il santo graal delle cannazze, i silenzi che vincono sempre, i viaggi necessari ma estenuanti, il Nebbiolo come l'oppio delle Langhe, Il tempo dei gitani, gli innumerevoli Cuba libre, giù e giù fino all'ultima falsa testimonianza...