Cittadini europei e crisi dell'euro

Cittadini europei e crisi dell’euro si distingue dagli altri saggi pubblicati sul tema. Francia, Italia e Germania nel quarantennio 1950-1990 hanno preceduto nello sviluppo qualsiasi altra democrazia occidentale, compresi USA ed UK. Sono ora classificate l’Italia al terz’ultimo posto, la Germania al decimo ultimo, la Francia al quattordicesimo ultimo nella graduatoria, a partire dal 1.1.1999, dei Paesi con minore sviluppo nel mondo! Né la Commissione europea, né gli Stati membri si sono preoccupati di ricercarne la causa di tale sconvolgente inversione di tendenza. L’Autore dimostra che è in atto un fenomeno depressivo nell’area euro, sempre più diffuso e la cui gravità è crescente. Perviene a tali conclusioni su una rigorosa lettura dei testi ed una compiuta analisi sistemicoformale. Dimostra, con il conforto di dati statistici disaggregati ed inoppugnabili, che il fenomeno depressivo è prodotto da uno specifico fattore, l’imposizione del vincolo del pareggio del bilancio a medio termine. Il vincolo è stato introdotto con il reg. 1466/97, in stridente contrasto con i Trattati di Maastricht, Amsterdam e Lisbona. L’imposizione è avvenuta in modo surrettizio, avvalendosi di accorgimenti che evitassero che ci si rendesse conto della inaudita usurpazione di sovranità. La depressione, con i danni che ne conseguono per i cittadini, per i lavoratori, per le imprese, per i Paesi membri e per la stessa Unione, è destinataa protrarsi fino a quando il fattore causante non sarà stato eliminato. Di qui l’attuabilità e l’importanza dell’indagine e delle conclusioni.