Il cielo cade

La strage di Rignano, in cui negli ultimi giorni della guerra vennero trucidati alcuni membri di un ramo laterale della famiglia Einstein, viene narrata da colei che all'epoca dei fatti era una bambina componente lo stesso nucleo familiare, e che riuscì a sfuggire al massacro con la sorella. Il romanzo racconta la vita nella Villa sulle colline di Firenze, dove l'eco degli avvenimenti dell'Italia fascista prima e della guerra poi, arrivava ovattata e filtrata dalla propaganda della Scuola e della Chiesa e dalla protezione della famiglia. Per Penny e Baby tutto è un gioco: gioco e santità, santità e amore per lo zio, per Gesù, per Mussolini, e stabilire un ordine di preferenza sempre difficile. Anche quando la Villa viene occupata da un avamposto della Wermacht, per le bambine tutto continua ad essere un gioco, finché poi improvvisamente "il cielo cade". La Mazzetti, nella sua dedica finale, parla del bisogno di testimoniare: non si capisce perché, però, se la sua vuole essere una testimonianza, abbia sentito il bisogno di modificare non solo i nomi dei protagonisti, ma anche ad esempio le loro (e la sua) età e alcuni accadimenti. L'insistere nel raccontare episodi di per sé poco significativi rende il racconto quasi noioso, e la testimonianza non affidabile.