Chiesa cattolica e massoneria: antiche lotte, nuovi orizzonti di Guglielmo Adilardi edito da BastogiLibri
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Chiesa cattolica e massoneria: antiche lotte, nuovi orizzonti

Editore:

BastogiLibri

Collana:
Massoneria
Data di Pubblicazione:
22 maggio 2009
EAN:

9788862731669

ISBN:

8862731663

Pagine:
374
Formato:
brossura
Argomento:
Cattolicesimo romano, Chiesa cattolica romana
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Un'Antica condanna Di a. guglielmo-30 settembre 2009

Vent'anni dopo...: andare oltre l'indifferenza di Aldo A. Mola La compatibilità tra chiesa cattolica e massoneria. A che punto è l'antica questione? All'ordine del giorno un trentennio addietro, oggi è sottotraccia. Sono morti quasi tutti i protagonisti dei colloqui intrapresi ad Ariccia con lo spirito dei costruttori di cattedrali: don Vincenzo Miano, il gesuita Giovanni Caprile, il paolino Rosario F. Esposito da un canto, Giordano Gamberini e Roberto Ascarelli dall'altro. Augusto A. Comba da tempo non pubblica. Anche all'estero se ne scrive meno: dalla Spagna di José Antonio Ferrer Benimeli al Brasile del rimpianto Valerio Alberton S.J. Giunge pertanto propizio questo nuovo saggio. Guglielmo Adilardi vi riprende il discorso dall'Antica condanna del 1989 e otto anni dopo il saggio su Napoleone Bonaparte: il Concordato del 1801 e propone, inquadrandoli e discutendoli, i documenti fondamentali della querelle. L'Autore ricorda che la Libera Muratoria si proclamò dalle origini estranea alle dispute sulle confessioni religiose che tanto avevano nociuto alla fratellanza tra gli uomini, suscitando odii immarcescibili. L'Ordine liberomuratòrio lasciò ad altri la responsabilità di elevare nuove barriere tra gli uomini e di dichiararle invalicabili. Tuttavia, il tempo non è trascorso invano. Nella poderosa opera Chiesa romana e modernità giuridica Carlo Fantappiè, docente di diritto canonico all'Università di Urbino, ha ripercorso con rigore e sapienza l'edificazione del sistema canonistico dal 1563 al Codex Juris Canonici di papa Benedetto XV (1917). La scomunica latae sententiae dei massoni non vi compare quasi. Mezzo secolo dopo il crollo dello Stato pontificio, mentre l' "inutile strage" insanguinava l'Europa e già si intravvedevano le crepe degl'imperi coloniali, l'attenzione della Chiesa di Roma ormai si focalizzava su altri e più importanti temi. Da allora, però, e anche dopo la promulgazione del nuovo Codice di diritto canonico (1981-83), apparentemente nulla sarebbe mutato. In realtà, bene si coglie dalle pagine di Adilardi, il confronto Chiesa/Massoneria s'interruppe per mancanza di interlocutori. La Chiesa è universale. La Massoneria non riuscì né riesce a proporsi come altrettale. Se anche si volesse restringere il terreno al "caso Italia", è giocoforza convenire che lo scenario delineato dall'incontro del 1969 a Savona tra Gamberini e don Esposito ai primi Anni Novanta dello scorso secolo risultò gravemente compromesso dalla vera e propria offensiva nel 1992 scatenata a freddo da Giuliano Di Bernardo, che si spinse a pretendere che papa Giovanni Paolo II smentisse pronunce antimassoniche mai fatte e minacciò di schierargli contro chissà quali falangi. Una triste pagina, anche perché sul retro essa aveva il disconoscimento del Grande Oriente d'Italia da parte della Gran Loggia Unita d'Inghilterra e il ritorno della Massoneria in Italia a una sorta di "anno zero": circondata dall'indifferenza, che è peggio della condanna e della persecuzione. Adilardi non ha vissuto questo ventennio da spettatore. Tra le sue molte iniziative spiccano la tavola rotonda promossa in Prato con la partecipazione di don Esposito e i molti scritti con implicito riferimento all'asse portante delle sue riflessioni: Antonio Jerocades, "sacerdote e massone", e la biografia di Giuseppe Maria Mazzoni, in corso di completamento. Certo, fa intendere l'Autore, paiono davvero lontani gli anni nei quali la compatibilità tra loggia e osservanza della fede cattolica sembrava nodo fondamentale dell'Occidente. Poi si scoprì che molte chiese evangeliche e riformate, a tacere dell'ortodossa, sono antimassoniche quanto e più di come lo era quella di Roma sino agli Anni Sessanta. E si constatò che il rifiuto della Massoneria rimane una costante insuperata di ideologie e fondamentalismi religiosi. Si scopre quindi che tante asperità degli anni recenti sono peggio che artificiose ed esigono una severa autocritica anzitutto da parte di chi si fonda sui principi della tolleranza e della fratellanza. Aldo A. Mola Direttore del Centro per la Storia della Massoneria