Chiedilo all'amore di Giuseppe Bianco edito da Albus Edizioni
Alta reperibilità

Chiedilo all'amore

Collana:
Narrando
Data di Pubblicazione:
2007
EAN:

9788890294914

ISBN:

8890294914

Pagine:
137
Formato:
rilegato
Argomento:
Racconti
Disponibile anche in E-Book
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Trama Chiedilo all'amore

Anche quando non entra dalla porta principale l'amore riesce a dettare le sue leggi, a urlare forte le sue ragioni pur non alzando la voce. L'amore capito o subito, fatto di sesso o soltanto di parole; l'amore platonico oppure infedele fatto di silenzi o di grandi promesse; quello di una volta sola o quello rincorso da sempre, appena sfiorato oppure mai raggiunto. Un pensiero, uno scritto, un viaggio per le vie recondite di un sentimento che, anche quando non si dimostra in modo assoluto, riesce a essere mistero, magia, dolore, passione, ineffabile alito.

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1 di 5 su 1 recensione

Amori da consumo, usa e getta.Di A. Giorgio-30 maggio 2011

"Chiedilo all'amore" di Giuseppe Bianco ci si presenta come un puro caso di opera con una forte carenza formale ed un'approssimazione dei termini che lo rende oltremodo superficiale per quanto riguarda il lavoro mentale impiegato per creare le situazioni che ci vengono presentare e lo sforzo consumato dal lettore per sentirsi parte di esse: ci si ritrova in delle situazioni talmente quotidiane, talmente convenzionali, con delle personalità così piatte e approssimative che raramente si sente nelle pagine il brivido di una scommessa gettata, la scommessa di un pensiero meditato e profondo espresso tramite una storia che in genere lo scrittore lancia come una rete speranzoso di raccogliere qualche interessato, qualche empatico o, perché no, qualche fanatico. Sin dalla prima storia, dove ascoltando una canzone il protagonista, sposato con una donna severa che non gli dona ormai più passione né soddisfazioni d'animo, ricorda la sua focosa e fulminea relazione con l'amante, si evince una scarsità di spessore nel delineare i contorti delle figure entro le quali dovremmo calarci: un marito nullafacente al quale viene chiesto di pagare una bolletta, un ultimo atto sessuale in una macchina e l'amore ritrovato che viene abbandonato quasi subito per paura. Paura che ritornerà costante nelle trame ma molto immotivata, quasi fuori contesto, messa lì, sembra, con concertazione per concludere una vicenda e non per un reale sviluppo psicodinamico. Tutto ciò che i personaggi pensano viene subito reso manifesto in parole, e quasi mai attraverso gesti, annotazioni o atmosfere più criptate; inoltre i discorsi diretti sono lunghi, spesso troppo lunghi per risultare realistici, soprattutto per dei personaggi così semplici e poco caratterizzati. Lo stile che viene usato risulta piatto, sia per quanto riguarda il tono estremamente basso delle meditazioni, sia per la sintassi abbondantemente paratattica, il nodo lessicale che non tenta mai, neanche una volta, di inserire una sfumatura più difficile da cogliere, un arcaismo, un neologismo, una costruzione poetica, una coloritura particolare, una descrizione minuziosa di un ambiente in sintonia con lo stimmung della vicenda o con l'umore del soggetto trattato, un tecnicismo. Niente di tutto questo: più procederete nella lettura più vi accorgerete d'esservi battuti in una uniformità pressoché totale dal punto di vista formale della scrittura. Non incontrerete in questi racconti quel personaggio che supera le aspettative del livello medio, non troverete né un anticonformista né un polemico, solo semplici sagome appena abbozzate, piene del loro lavoro e della loro quotidianità. Di certo non è un reato non aspirare all'infinito né volere esprimere un intento polemico né lanciare una sfida innovativa, in delle novelle d'amore; ma è giusto avvisare per chi è interessato alle recensioni che niente di tutto quell'oltre al minimo indispensabile del diegetico e del mimetico ha luogo in questa raccolta. L'estrema brevità dei periodi talvolta porta a supporre che alcune di queste frasi sarebbero perfette come sms, ma sms che nel caso di citazioni risulterebbero di sicuro poco originali. In un periodo di grave crisi dello sforzo letterario, che sposa sempre di più le esigenze di mercato, e di superficialità anche nelle storie d'amore degli adolescenti, (perché ci viene subito spontaneo pensare che questa complessità di pensieri al massimo possa addirsi ad un pubblico veramente giovane) , che non hanno più sentore delle responsabilità dell'amore, del peso delle parole e dei loro significati, ove assistiamo ogni giorno a "Ti amo" sventolati nelle pubblicità dei detersivi e dei bucatini della prima marca di pasta che passa dinnanzi ai nostri occhi, una tale approssimazione e una carenza simile di contenuti nel campo delle piccole case editrici e di autori meno noti è un grave indice della nostra direzione futura. Una volta scrivere racconti era un modo per non scrivere romanzi, perché i romanzi erano troppo scontati e pieni di luoghi comuni. Una volta le piccole case editrici sostenevano gli autori più giovani o esordienti in quanto ribelli, in quanto profughi della lingua e dello sperimentalismo, in quanto estremi o in quanto conservatori così timidi dal risultare mitologici, accademici o arcadici. Ci ritroviamo di fronte invece a un nuovo fenomeno, libri che probabilmente non sono stati scritti con nessuna ambizione di innovare o modificare il percorso della letteratura italiana né hanno la pretesa di inserirsi nei ciottoli delle sue forme.