Categorie italiane. Studi di poetica e di letteratura di Giorgio Agamben edito da Laterza

Categorie italiane. Studi di poetica e di letteratura

Editore:

Laterza

Edizione:
2
Data di Pubblicazione:
18 febbraio 2010
EAN:

9788842092117

ISBN:

8842092118

Formato:
brossura
Argomento:
Filosofia: estetica
Acquistabile con la

Descrizione Categorie italiane. Studi di poetica e di letteratura

Che cosa sono le "categorie italiane" evocate nel titolo di questo libro, in cui filosofia e filologia si sfiorano fino quasi a confondersi? Sono le arcate che sorreggono l'imponente edificio della letteratura del nostro paese nel suo sviluppo storico. Questo libro prende in esame opere o autori italiani e porta alla luce e definisce la struttura concettuale che in essi è in questione. Così, man mano che il viaggio procede da Dante a Elsa Morante, da Giovanni Pascoli a Antonio Delfini, da Manganelli a Caproni e a Zanzotto, il lettore vede disegnarsi in filigrana una sorta di mappa delle strutture portanti della cultura letteraria: tragedia-commedia, lingua viva-lingua morta, biografia-favola, metrica-pensiero, stile-maniera, lingua letteraria-dialetto, inno-elegia. Come forse mai prima, è possibile scorgere in questo libro gli estremi fra cui il pensiero di Agamben non cessa di muoversi: filosofia e filologia, indagine genealogica e storia, passione per il dettaglio e visione panoramica.

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4 di 5 su 2 recensioni

Filosofia e FilologiaDi m. teresina-10 maggio 2012

Un saggio importante, che analizza i legami tra filosofia e filologia. Non si può fare l'una senza l'altra, ma questo sembra oggi in entrambe le materie sempre più dimenticato. Le disamine di quella mente geniale che è Agamben, sono precise, lucide, non esenti da critiche a maestri del pensiero intellettuale, ma sempre pienissime del rigore nello interpretare il rapporto complesso tra senso e suono che il legame tra filosofia e filologia subisce come necessario.

Categorie italianeDi V. Osvaldo-3 ottobre 2010

Le analisi letterarie di Agamben (anche nel magnifico Stanze) sono sempre terra di confine tra la filologia e la filosofia del linguaggio - anzi, la filosofia e basta. Ma anche a prescindere dal vivo interesse per la natura della lingua e del parlare, che lo studioso manifesta in ognuno dei brevi saggi contenuti in questa silloge, va tenuto presente l'altissimo valore esegetico che posseggono le su considerazioni sul nome della Divina Commedia, sulla poesia provenzale, sui versi di Caproni, di Pascoli o di Zanzotto. Direi che qualsiasi italianista avrebbe il dovere di conoscere e di meditare queste pagine. Originale e interessante la teoria dell'autore per cui l'enjambement (tipico particolarmente della versificazione italiana) costituirebbe il vero tratto distintivo del verso dalla prosa: onde l'idea, solo a prima vista paradossale, che la fine di un componimento poetico, in cui ovviamente ne diviene impossibile lo scavalcamento in un verso successivo, rappresenta un limite, quasi una morte della poesia. Notevole anche la postfazione di Andrea Cortellessa, che inquadra dal punto di vista teoretico e storico gli scritti di Agamben sulla letteratura.