La casa vuota di Claude Gutman edito da Einaudi Ragazzi

La casa vuota

Collana:
Narrativa
A cura di:
O. Fatucci
Traduttore:
Del Buono O.
Data di Pubblicazione:
1992
EAN:

9788879260879

ISBN:

8879260871

Pagine:
112
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4 di 5 su 1 recensione

Quanta sofferenzaDi t. raniero-19 settembre 2010

Spero molto che Einaudi decida di ripubblicare questo libro che, secondo me, possiede molti pregi e nel suo insieme può essere considerato un piccolo gioiello. La lettura è vivamente consigliata a quei ragazzi che desiderano avere una visione non astratta di quello che fu il nazismo per gli ebrei, ma, per così dire, diretta, ascoltando e partecipando col cuore alle sofferenze di chi pativa sulla propria pelle la bestialità nazista. Infatti, ad epigrafe del libro di Gutman si trova una citazione di Joseph Kessel che riporto interamente: "...Gli avvenimenti di massa, le sofferenze collettive colpiscono l'immaginazione o la pietà solo imperfettamente o in maniera astratta. Per esser vivi il nostro affetto o il nostro spavento esigono un singolo esempio. Siamo così fatti che il faccino di un bambino in lacrime ci tocca maggiormente della notizia della morte per fame di un'intera provincia." Il racconto di Gutman è semplicemente un rifarsi all'evidenza di questa tesi sulla cui verità noi tutti possiamo tranquillamente essere d'accordo. L'autore ripercorre la storia delle peripezie di David, ragazzo ebreo, durante l'occupazione tedesca della Francia. David ama sconfinatamente i propri genitori, soprattutto il padre che pochi anni prima in Polonia, durante un Pogrom, aveva assistito all'uccisione brutale della prima moglie e dei suoi figli, lui stesso salvandosi miracolosamente. Riparatosi in Francia, aveva cominciato una nuova vita e, pieno di speranza, aveva trasmesso alla sua nuova famiglia, a David, l'orgoglio di far parte ora di un paese libero. Ma i fatti erano precipitati con la venuta dei tedeschi: l'incubo del passato stava ritornando. Così David assiste e partecipa dolorosamente alle persecuzioni naziste, che, attraverso un graduale sistema di decreti e avvisi, privano gli ebrei di tutto il loro sostentamento materiale, ma soprattutto della loro dignità. Il padre e la madre di David, un bel giorno, dopo un rastrellamento, sono portati via per essere imprigionati e poi deportati, e David, che era stato nascosto da una famiglia, al piano superiore, vede da una finestra i propri genitori che mestamente si allontanano verso un destino ignoto. E' una scena straziante, il pianto doloroso di David li accompagna finchè non scompaiono alla sua vista. Da questo momento, David, per salvarsi, aiutato, sarà costretto a rifugiarsi prima in un monastero e poi, non volendo assolutamente rinunciare al suo essere ebreo, verrà dirottato presso una grande casa in campagna dove una signora si occupa di un piccolo gruppo di ragazzi e bambini, anche loro, come David, ebrei, anche loro colpiti duramente dalla guerra e privati della loro famiglia. Tutto sembra procedere finalmente bene; David conoscerà persino l'amore, finchè un giorno, al colmo della felicità, mentre è sulla strada del ritorno, vedrà dei camion di SS parcheggiati vicino alla grande casa e dei soldati tedeschi che vi caricano tutti i sui amici, quella che era diventata la sua seconda famiglia. Al colmo della disperazione si dirigerà verso quella che adesso è diventata "una grande casa vuota" e, annichilito dal dolore, comincerà a scivere la sua storia intrisa di sofferenze di cui non riesce a trovare una ragione.