La casa del comandante di Valerio Varesi edito da Sperling & Kupfer

La casa del comandante

Data di Pubblicazione:
4 novembre 2008
EAN:

9788888320168

ISBN:

8888320164

Pagine:
278
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione La casa del comandante

Nel paesaggio di acqua e nebbie della Bassa, il commissario Soneri si trova a suo agio. Insieme con gli anziani del posto è tra i pochi a conoscere quel tratto del Po, a sapersi muovere tra gli argini, le golene, i casolari sparsi in una terra che ormai sembra abitata da fantasmi. E dove invece le cose stanno cambiando: slavi che pescano il pesce siluro e forse trafficano con le armi; speculatori che rubano la sabbia dal letto del fiume; ragazzi sbandati senza un futuro; una banda che rapina i bancomat con l'esplosivo... Stavolta però succede anche di peggio: nel giro di un giorno spuntano due cadaveri. Il primo, come presto viene appurato, è di un giovane ungherese. Rinvenuto nel fango con un foro di proiettile in testa. Il secondo è dell'ex comandante partigiano Libero Manotti, morto di vecchiaia, di solitudine, di abbandono nella sua casa isolata in mezzo ai pioppi. Due storie diverse, eppure legate da un filo: Soneri ci mette un po' a trovarlo, avviando un'indagine che lo porta a scavare nel rivolo ambiguo del nuovo terrorismo rosso, ma anche nel passato, al tempo dell'occupazione tedesca. E che lo mette drammaticamente a confronto con alcuni, indimenticabili personaggi del fiume: il Nocio, marinaio d'acqua dolce dalla scorza ruvida e dall'animo nobile; la stagionata Gina, che tuttavia all'amore non rinuncia; il vecchio Lumén, che sulla sua sedia a rotelle esce solo con il buio, perché così la realtà gli pare meno brutta; Carega, maestro in pensione con la saggezza di un filosofo.

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3 di 5 su 1 recensione

La casa del comandanteDi v. Federico-29 luglio 2011

Un ibrido più che discreto tra un noir d'epoca e un giallo pioneristico. Si sta nella bassa, in riva al grande fiume ed è lui che, con i suoi alti e bassi, regola la vita della campagna, e delle città. Direi con i suoi umori, che vengono da lontano, perché lì più d'ogni dove si è rimasti un po' partigiani, e vibrano ancora le passioni. Quelle politiche, senz'altro; ma ora anche quelle sociali, perché ci sono tanti che arrivano da ogni dove (dal sud del mondo in pochi, dall'est in tanti e tutti un po' cattivi). E ci sono quelle personali. Il tutto condito con (la mancanza di) soldi e dover tirare a campare. Quindi contrabbandi e tanti. Sigarette ed altro che vanno e vengono. Ma soprattutto armi. Per fare la rivoluzione? Boh!