Il cantante del lager di Eno Mucchiutti edito da nuovadimensione
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Il cantante del lager

Collana:
Memoria
A cura di:
M. Coslovich
Data di Pubblicazione:
14 gennaio 2010
EAN:

9788889100639

ISBN:

888910063X

Pagine:
140
Formato:
brossura
Argomenti:
Olocausto, Storia d'Italia
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Descrizione Il cantante del lager

"I francesi mi invitarono, assieme a Fellner e il gruppo musicale, nei loro uffici. Mi chiamavano "italiano piccolo Gigli". Cantammo e suonammo tutta la sera, ma a un tratto la luce lampeggiò tre volte. Era il segnale proveniente dall'ingresso che era entrato il Lager Fùhrer e che bisognava scappare. Sul momento io non capii. Rimasi fermo e perplesso mentre tutti se la davano a gambe levate. Ricordo ancora che la fisarmonica pendeva da una sedia, la chitarra a terra, così pure il violino. Quella esitazione mi fu fatale." Può la bellezza di una voce o una semplice canzone salvare una vita umana? E quello che è successo al baritono Eno Mucchiutti, deportato politico triestino, che ha vissuto undici mesi tra Dachau, Mauthausen, Melk ed Ebensee. Eno, numero 98748, lavora in condizioni estreme nella cava di Mauthausen, percorre più e più volte la famigerata Totestiege ("scala della morte"), scava, ridotto in schiavitù, nelle asfissianti gallerie di Melk. Ma Eno canta. E canta divinamente. I tedeschi lo vengono a sapere, e questo lo aiuta in diversi frangenti, vista la risaputa passione da parte delle SS tedesche verso la musica, specialmente quella italiana. La musica non gli evita le sofferenze, ma in più di una circostanza gli salva la vita. La sua voce, una volta liberata, ha permesso a Mucchiutti di iniziare una carriera di livello internazionale cantando con moltissimi cantanti di fama mondiale nei principali teatri italiani e internazionali.

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5 di 5 su 1 recensione

Il cantante del Lager.Di c. monica-25 luglio 2011

Eno ha cantato con gli artisti piu' importanti della lirica mondiale, la sua carriera sarebbe stata piu' luminosa se la sua voce non fosse stata in parte rovinata dai Lager nazisti. Incarcerato perche' italiano, visse e soffri' in vari campi di sterminio, lavoro' come schiavo, subi' fame freddo botte ed angherie di ogni genere, arrivo' nudo davanti alle finte docce facendo la coda per il gas. I suoni dei Lager erano i lamenti dei moribondi, le ringhiate dei cani, delle SS, dei Kapo, erano i sibili delle fruste e delle pallottole, erano le urla disperate dei condannati a morte. Ma Eno aveva una bella voce, cantava divinamente, la sua voce gli salvo' la vita. Da condannato a morte certa, divento' il cantante del Lager. Alcuni prigionieri gli divennero amici, alcune bestie aguzzine lo presero in simpatia, e per lui c'era un pezzo di pane in piu' , una zuppa in piu' , una notte passata al caldo, una speranza di sopravvivenza in piu' . Senza voltarsi indietro per non vedere quel camino che ormai non brucia piu' , Eno esce dai cancelli del Lager portando con se il ricordo dei suoi compagni che da li' non usciranno mai piu' .