I cani vanno avanti di Valentina Brunettin edito da Alet Edizioni

I cani vanno avanti

Collana:
Iconoclasti
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2010
EAN:

9788875201425

ISBN:

8875201420

Pagine:
176
Formato:
brossura
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Trama I cani vanno avanti

Il giorno tre novembre millenovecentocinquantasette la cagnetta Laika fu inserita in una capsula poco più grande di un pallone da calcio e venne lanciata nello spazio. Lassù tutto era blu, freddo e spaventoso, ma era stato deciso che fosse lei il primo essere vivente a compiere la missione spaziale, affinché l'Unione Sovietica sancisse la sua superiorità nei confronti degli Stati Uniti nel settore della cosmonautica. I cani vanno avanti, è così che va, e questa è l'unica storia che la giovane protagonista del romanzo che avete tra le mani vuole raccontare. Lasciatevi condurre. Entrate anche voi in quel satellite, allacciate le cinture di sicurezza per un volo ad altissima quota, e con Laika, oltre il buio più profondo, nel silenzio più assoluto, affrontate l'incognita di un sogno e attraversate lo spazio.

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2 di 5 su 2 recensioni

I cani vanno avantiDi b. alessio-29 luglio 2011

Non voglio stroncare questo romanzo, sebbene ne avessi tutti i motivi. Vero che bisognerebbe separare l'autore da quello che scrive e magari esprimersi sul testo. Ma la storia della Brunettin (che non conoscevo prima di comprare il libro) dà una lettura diversa anche al testo. La scrittrice una decina di anni fa alla tenera età di 18 anni vince un premio importante (il Campiello) , poi scribacchia, poi tace fino ad ora. E cosa andiamo a leggere se non (uno dei filoni della storia che si intreccia nel libro) di una scrittrice che non riesce a scrivere. Cioè che vuole scrivere qualcosa di suo e si trova a scrivere qualcosa di altro. Letto in questa luce, l'ordito assume un calore forte in trasparenza. E la trama? Anzi le trame? C'è il filone principale, il rapporto tra questi due scrittori che si sposano e continuano a scrivere libri in coppia. Ma è una coppia sbilenca. Lui tutto teso alla meta, all'esterno, al bello. E tutto gli va bene. Scrive bene, ha una bella amante (l'ultima di una lunga serie) e tutte le sue cose volgono al bello. Lei tutta tesa verso di sé a chiedersi chi sia, a non stare al mondo, ad innamorarsi di persone sbagliate. Per scrivere, la sua scrittura rende sulla pagina. Non nel mondo reale, dove non fanno presa le sue storie di donne abusate. E si accartoccia su di sé. Fino a farsi male, fino a stare male. E poi c'è l'altro filone, quello sotteso, la storia che Emma vorrebbe scrivere e non gli esce dalla penna. Quella della cagnetta Laika, il primo essere vivente che esce dall'atmosfera terrestre. Vediamo assaggi di questa scrittura, e sono belli, coinvolgono. Fino all'incontro catartico con la poetessa che ha deciso di dedicare la sua vita ai cani. Ed alla comprensione della bellezza della semplicità canina. Di questo loro godere di quello che c'è (qui, ora, direbbe la mia mentore) , senza farsi domande (ma se la fanno i cani? ) su quello che era e quello che sarà. Accettando tutto, da cani, anche la propria morte, mettendosi da parte quando si capisce che è finita. Ma non Laika, che non vorrebbe mettersi da parte, ma che una mano altra pone dentro a quel missile che andrà in orbita. La Brunettin (ri-) dimostra una bella capacità di far uscire le persone dalla pagina in poche righe. Ce le fa amare od odiare perché lei le ama o le odia. Purtroppo poi si perde un po' , i fili si sfilacciano. Ma leggendo io stavo "soffrendo" con lei, perché si vedeva questo ordito che cercava di rompere la trama. E si capiva quando anche lei ha momenti stanchi, quando non riesce ad uscire da un pensiero che si contorce. Non tutti sono come il bel Virgilio, che una volta deciso, butta giù profluvi di parole, che troveranno ammiratori ed estimatori. Ma lui rimane tutto esteriore, una bella statua. Niente vita dentro. La vita è fatta per noi cani che stiamo male, che cerchiamo una mano consolatrice, che godiamo nello scorrazzare tra i prati. E ce ne andiamo senza salutare quando si deve partire. Per tirare le somme, una riuscita a metà. Spero che la scrittrice riesca a trovare anche l'altra metà della sua scrittura, perché sa mettere le frasi in fila, e non è da poco. La parte minore, volendo, è la doppia lettura che a volte si fa troppo palese e dolorosa, e ci si rimane viscosamente preda. Ma una lettura di incoraggiamento la merita. Brava, non mollare.

Brutto!Di B. Francesca-30 maggio 2011

Una stella dovuta all'originalità di aver ripescato il racconto della cagnetta Laika, per il resto, questo libro, non è altro che una sfilza di luoghi comuni tra i quali troneggia l'ossessione dell'autrice (troppo ben simulata per non essere autentica) per il corpo: l'adipe, la conta petulante delle calorie (un po' troppo ricorrente, appunto, ossessiva) , l'invecchiamento, il decadimento fisico (che, stando a quanto "scrive", sembra essere una prerogativa esclusivamente femminile... Mah) ; crdo che tutto ciò non sia altro che il contrappunto del decadimento morale di una persona che trae linfa vitale e, purtroppo, cerebrale dall'immagine consumistica e distorta della donna che molti media di infimo ordine si ostinano a propinare incessantemente. Forse anziché lasciarsi fare il lavaggio del cervello da tutte queste robe, la suddetta autrice dovrebbe seguire una sana e necessaria psicoterapia per guarire dai suoi disturbi alimentari.