Il caffè di Sindona. Un finanziere d'avventura tra politica, Vaticano e mafia
- Editore:
Garzanti Libri
- Collana:
- Saggi
- Data di Pubblicazione:
- 9 Luglio 2009
- EAN:
9788811620518
- ISBN:
8811620511
- Pagine:
- 197
- Formato:
- rilegato
- Argomento:
- Reati commessi da persone giuridiche e reati dei colletti bianchi
Descrizione Il caffè di Sindona. Un finanziere d'avventura tra politica, Vaticano e mafia
La storia d'Italia è punteggiata di misteri. Uno dei più inquietanti è probabilmente quello della morte di Michele Sindona nel marzo del 1986. Conosciamo la causa del decesso: un caffè al cianuro bevuto nella sua cella nel carcere di Voghera, un caffè simile a quello alla stricnina che uccise Gaspare Pisciotta ai tempi del bandito Giuliano. Ma chi mise il veleno nella tazzina? E perché? Per capirlo, è necessario in primo luogo ricostruire la biografia e la personalità del banchiere siciliano. Sindona è stato senz'altro un grande protagonista dei nostri anni Sessanta e Settanta. Finanziere potentissimo, intratteneva rapporti con importanti uomini politici al di qua e al di là dell'Oceano: nel 1973 Andreotti lo definì "salvatore della lira" e nel 1974 l'ambasciatore USA in Italia lo premiò come "Uomo dell'anno"; era uno degli uomini di fiducia del Vaticano, e in particolare dello IOR diretto da Paul Marcinkus, ma aveva anche legami con la mafia. Iscritto alla P2 di Licio Gelli, fu lui a introdurre Roberto Calvi negli ambienti di quella loggia segreta, oltre che in quelli vaticani e in quelli mafiosi: i due banchieri erano infatti legati da un intrico di affari avventurosi che avrebbero portato entrambi alla rovina. Sindona fu processato e condannato per bancarotta fraudolenta sia negli Stati Uniti sia in Italia e successivamente fu anche condannato all'ergastolo come mandante dell'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della sua Banca Privata Italiana.
Recensioni degli utenti
Il caffè di Sindona-2 Aprile 2011
Me lo aveva consigliato un mio caro amico ai tempi dell'università. Ormai è abbastanza chiaro che - piaccia o no - i magistrati (alcuni) sono i nuovi memorialisti dell'Italia. Giuliano Turone ricorda al mondo chi era e cosa combinava Sindona, con un occhio particolare alle sue simulazioni quasi teatrali, da quella del rapimento al suicidio spacciato come omicidio. Fosse tutta fantasia, sarebbe un gran giallo, a nche come capacità di avvincere. Invece era (è) l'Italia vera.