Una buona scuola di Richard Yates edito da Minimum Fax

Una buona scuola

Editore:

Minimum Fax

Traduttore:
Lombardi Bom A.
Data di Pubblicazione:
12 giugno 2009
EAN:

9788875212162

ISBN:

8875212163

Pagine:
235
Formato:
brossura
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Trama Una buona scuola

In un'America alle soglie della seconda guerra mondiale, un collegio maschile del New England è il teatro delle avventure di William Grove - alter ego dell'autore - che cerca un riscatto dai soprusi dei coetanei affermandosi come reporter del giornalino scolastico; di Jack Draper, professore alcolizzato alle prese con i ripetuti tradimenti della moglie; e di Edith Stone, la figlia del preside, che si innamora del ragazzo più popolare della scuola. Le vite degli studenti e degli insegnanti si intrecciano in una tela imprevedibile, le cui maglie s'infittiscono via via che si avvicina l'ombra della chiamata alle armi.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 4 recensioni

Una buona scuolaDi C. Adele Maria Rosa-23 marzo 2012

Un romanzo minore di Yates, per il risultato e l'insolita mancanza della tagliente lucidità che lo contraddistingue. E' come se tornando alla giovinezza, al periodo della "reclusione" in un pessimo college, i ricordi non siano messi a fuoco, ma risultino offuscati, poco marcati, poco decisi. I personaggi ci sono, sono tagliati con lo stile di Yates, ma non c'è la solita profondità che li mostra al lettore come in una radiografia. La sofferenza, il senso di inadeguatezza, sono presenti, e rimane una lettura di qualità, anche se i suoi capolavori sono altri.

Una buona scuolaDi F. Sergio-11 luglio 2011

Non sono riuscita a trovare l'autore che mi aveva entusiasmato con i suoi capolavori. Non che il romanzo non sia bello, ma questa volta non mi ha preso, non so esattamente cosa manchi a questo libro ma devo dire che non siamo ai livelli a cui mi aveva abituato l'autore. Mi sembra che, se mi si passa l'espressione, a questo libro manchi l'anima. Cerco di spiegarmi meglio: in Revolutionary Road la sensazione di dramma famigliare è evidente e ben presente fin dall'inizio e permea un po' tutto il libro, avvolgendo il lettore in una atmosfera forse un po' angosciante ma reale, palpabile. In Disturbo alla quiete pubblica le disavventure del protagonista sono li davanti al lettore, che ci si trova praticamente immerso, e così per i racconti e l'altro romanzo. Questo libro invece mi è sembrato freddo, distaccato e troppo superficiale nella descrizione dei diversi personaggi. Ovviamente anche se è il libro peggiore di Yates che abbia letto finora, è comunque superiore a molto di quello che può capitare di trovare in libreria.

Una buona scuolaDi D. Andrea-7 aprile 2011

Cercavo in vero questo libro da molto tempo, alla fine la ricerca ha dato i suoi frutti ed eccomi qua a misurarmi con il testo. Un buon libro di Yates, anche se non all'altezza dei suoi capolavori. Quanto alla buona scuola del titolo, per chi già conosce l'autore è scontato che si parlerà sì di una scuola, ma di una scuola tutt'altro che buona. In effetti il college maschile in cui sono ambientate le vicende è una pessima scuola, una scuola bizzarra e arrabattata, sempre sull'orlo del tracollo fino a tracollo compiuto, frequentata da studenti ed insegnanti semi-disperati, anch'essi sull'orlo del tracollo. Non è escluso però che questa pessima scuola, a suo modo, possa rivelarsi comunque una scuola di vita, di vita in negativo, in grado di generare quegli adulti inesorabilmente falliti che popolano tutte le opere dell'autore. C'è per esempio William Groove, un po' nerd e un po' no, alter ego dello stesso Yates, troppo impacciato per divenire davvero adulto senza umiliazioni, e troppo amareggiato per essere ancora un bambino. E poi ci sono gli altri: belli e brutti, giovani virgulti condannati a morte dalla guerra e schizofrenici precoci. Forse è vero: questo è il romanzo più lieve di Yates, nel senso che si percepisce una sorta di pietà e di pudore rispetto alle miserie dei personaggi. Non è vero invece che l'autore abbia scritto un romanzo nostalgico. Se infatti avesse avuto nostalgia di una giovinezza siffatta, sarebbe stato pazzo. E Yates era triste, d'accordo, depresso tanto da rasentare la corda al collo, va bene, ma pazzo non lo era per niente.

ottimoDi S. Mara-10 agosto 2010

Dopo "Revolutionary Road", questo è il secondo romanzo di Yates che leggo. E' un romanzo di formazione, intenso e appassionato probabilmente perchè Yates parla soprattutto di se stesso adolescente. La capacità dell'autore è quella di cogliere sempre le sfumature più ordinarie della vita quotidiana e di restituirle con il suo particolare realismo che comprende una scrittura fluida e piacevole, si ha il piacere della "narrazione" anche senza colpi di scena o avvenimenti straordinari. La vita, quella comune e normale, può essere molto più sorprendente della fantasia. Ho inserito la recensione de "L'indice" perchè i romanzi di Yates meritano una particolar approfondimento. La casa editrice minimum fax cura le pubblicazioni con notevole professionalità, le prefazioni sono sempre molto interessanti.