Brigitta

Prima di iniziare questo racconto di Stifter fissiamo nella nostra mente (e ripetiamolo, perché ha sempre giocato un ruolo predominante in ogni epoca ed ancor più ai nostri tempi fatti di pubblicità, protagonisti dello spettacolo, attori, cantanti, modelle) l'interrogativo: "Cos'è la bellezza?" A questo proposito, abbiamo uno stimolo nelle affermazioni dell'autore su Brigitta: "Sovente la bellezza non viene neanche notata perché è nel deserto, o perché non è apparso l'occhio capace di vederla spesso la si adora e divinizza, eppur non c'è". E più avanti, verso la fine, quando la vicenda sta per giungere alla conclusione, a conferma della legge discreta della bellezza che guida gli uomini l'autore afferma: "ho dovuto girare il modo intero per imparare che essa risiede nel cuore". Come già altrove ("Due sorelle"), anche in questo racconto la protagonista fa la sua apparizione solo a metà della storia (al terzo capitolo su quattro), con un flash back necessario anche per interrompere il ritmo descrittivo un po' eccessivo, tipico dell'autore. La vicenda verso la fine si fa interessante, con relativa "sorpresa", così che la lettura diventa piacevole e non delude. L'edizione è ben curata: testo tedesco a fronte, note dotte per chi si interessa alla letteratura (testo ed autore), introduzione di alto livello (che però suggerirei di leggere dopo il racconto) bibliografia essenziale ma utile per chi vuole approfondire.