Trama Brevi interviste con uomini schifosi
Con questa raccolta, uscita la prima volta negli Stati Uniti nel 1999, Wallace fa ancora un passo avanti estremizzando ulteriormente la sua cifra stilistica. Qui le tecniche d'avanguardia sono messe al servizio di una visione crudele almeno quanto assurda è la realtà che mostrano. La scelta della formula "intervista" non potrebbe essere piú sarcastica. Come una creatura posseduta Wallace sente le voci e, da autentico sciamano, per esorcizzarle le risputa, ciascuna con il suo timbro inconfondibile, sulla pagina. Sono le voci di un'America allucinata, che per non crepare si vomita addosso tutto il veleno possibile. Questi uomini "schifosi" sono iene che - vittime o carnefici divorano il proprio fianco lacerato. Percorriamo così una galleria di tipi intimamente odiosi, laidi. Dal focomelico che si serve del proprio moncherino come arma di ricatto per portarsi a letto le donne; al depresso che riesce a far suicidare l'analista; fino al ragazzo che sta per tuffarsi in piscina, immobile in fondo al trampolino, un fermo immagine dell'irrealtà o dell'iperrealtà che ci costringe in una morsa. Tutto il non-tempo che intercorre tra il "tuffatore" del mosaico etrusco e "A Bigger Splash" di David Hockey riassunto nel brivido agghiacciato di un adolescente americano. Con un saggio di Zadie Smith. Introduzione di Fernanda Pivano.
Recensioni degli utenti
Un libro quasi perfetto-6 aprile 2018
Questa raccolta di racconti risulta perfetta per entrare nell'universo narrativo dell'autore, nonostante qualche brano di estrema complessità ("Chiesa fatta senza le mani" e "Tri-Stan: Per soldi ho dato Sissee Nar e Ecko") la maggior parte dei brani risultano appetibili anche da un lettore "qualsiasi". La cosa che rende questo libro un capolavoro risulta però essere la capacità di far ridere il lettore per la stranezza di certe situazioni, ma al contempo portandolo a riflettere approfonditamente sulla lettura fatta.
Difficilissimo, una sfida degna di essere raccolta-12 febbraio 2017
Wallace qui da prova di tutte le sue doti di scrittore e narratore acuto e a tratti spietatamente veritiero: quelle che sembrano deformazioni della "natura umana" si rivelano essere tutte semplici ritratti di realtà, magari nemmeno troppo lontano da noi. La lettura è una vera e propria sfida che, vi garantisco, vale la pena raccogliere e affrontare.
Brevi interviste-5 marzo 2012
un testo particolarmente impegnativo. Ho fatto fatica a leggerlo. L'opera si compone di diversi racconti e non tutti sono belli ed attraenti. Alcuni fanno proprio perdere ogni speranza. Flussi di coscienza, dialoghi in modalità allucinati, risposte senza domande: ho trovato la lettura piuttosto noiosa e snervante. Non lo consiglio.
Brevi interviste con uomini schifosi-31 marzo 2011
Risultato decisamente deludente rispetto ad altre sue produzioni. Il libro è disomogeneo e disuniforme, si passa da una lettura scorrevole e senza intoppi a pezzi come Ottetto che mi sto studiando manco fossi tornato ad Analisi III. Wallace polverizza l'istante, lo centrifuga, lo restituisce come all'uscita di un accelleratore di particelle, lui (cioè l'istante... Ma sì, gli faccio il verso) che si credeva un tutt'uno è in realtà esploso ed esplodibile ( e fa niente se non esiste, siamo in un commento su Wallace...) in decine di sub particelle temporali. Alcuni capitoli sono molto Infinite Jest, altri starebbero meglio in Oblio o La ragazza dai capelli strani. Il punto debole del libro è la non uniformità, perchè non puoi pensare di passare da Analisi III a disegno geometrico e poi tornare a Fisica dello stato solido e pensare di essere lucido... Eppure, proprio come quel brano di Garsed diventa, oltremodo, indimenticabile, così anche questo libro non può che essere ripreso, analizzato, sminuzzato, criticato, letto ad alta voce, insomma, usato... E' vero, Wallace era un pò schiavo della sua genialità e della sua enorme abilità tecnica, un po' come un grande musicista non può che lasciarsi andare a qualche assolo, di tanto in tanto, e non tutti sono nei tempi e modi opportuni. Ma, mio Dio, se non diamo cinque stelle a queste libro, che dire di tanti, moltissimi altri? P. S. Mi piacerebbe, anche in via privata, discutere proprio di Ottetto con qualcuno.
Vittime o carnefici?-25 marzo 2011
Questo insieme di racconti è tremendo, come esprime con chiarezza il titolo. La sua tecnica stilistica si estremizza ulterioremente, fino ad esplodere con infinite jews (libro incredibile). La sua visione deformata e defoemante della vita e delle persone è agghiacciante come la realtà che rappresenta. Tremendamente bello.