Bollettino di guerra
- Editore:
Mondadori
- Collana:
- Oscar scrittori moderni
- Traduttore:
- Vitali L.
- Data di Pubblicazione:
- 18 marzo 2008
- EAN:
9788804576570
- ISBN:
880457657X
- Pagine:
- 404
- Formato:
- brossura
Trama Bollettino di guerra
Pubblicato nel 1930, al termine della repubblica di Weimar e poco prima dell'avvento del nazismo, "Bollettino di guerra" è un romanzo di forte impatto. Con l'immediatezza della testimonianza diretta, ma nello stile impartecipe della Nuova Oggettività, mostra come nessun altro gli orrori della Prima guerra mondiale. Il giovane studente Adolf Reisiger, partito volontario per il fronte francese come artigliere, impara a conoscere la carneficina che avviene sul fronte, dal fuoco in trincea agli attacchi col gas, dai bombardamenti aerei agli assalti dei carri armati. Il giovane lotta con tutto il suo ardore contro la forza devastante di una guerra disumana, "moderna". Gettato letteralmente in un bagno di sangue scopre che eroismo, abnegazione, trionfi sono parole vuote, dietro le quali resta solo il cieco, brutale, insensato obbligo di "obbedire all'ordine di uccidere". Proibito dai nazisti, dimenticato per decenni in Germania e inedito in Italia, questo romanzo, giudicato dai critici contemporanei il migliore sull'esperienza della Grande guerra, regge senza timore il confronto con altri assai più noti, come "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque. Nato nel 1893 Köppen partì per il fronte francese nel 1914. Più volte ferito e promosso sul campo, al termine della guerra fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Congedato nel 1918, divenne redattore e traduttore lavorando per la prima radio di Berlino. Licenziato con l'avvento del nazismo, morì nel 1939.
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Recensioni degli utenti
Bello ma non come Remarque-22 agosto 2010
Avevo letto di questo libro che come narratività e poesia superava lo stile di Remarque.Non sono un esperto ma mi sento, per quello che mi riguarda, di dissentire anche se il testo è molto apprezzabile. Il libro all'inizio non mi ha colpito granchè,ma poi, ripensandoci, mi sono accorto di come mi rimanessero nella mente le scene narrate nel testo. L'autore era artigliere nella Grande Guerra ,e forse proprio questo fa sì che la narrazione possa essere meno scenica di quella di Remarque, più "statica" forse. Eppure quando ci ripenso, noto che ha aperto una pagina su aspetti che trascuriamo e ha fatto notare, tra le vampate dei cannoni, di come la guerra sia dirompente. Il rimto dei cannoni che sparano, il puzzo, il fuoco sono metafora e realtà stessa della guerra, che avanza veloce, distrugge, inghiotte inesorabile, soffoca.