Bianco su nero di Rubén Gallego edito da Adelphi

Bianco su nero

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
A cura di:
C. Zonghetti
Traduttore:
Gori Corti E.
Data di Pubblicazione:
7 maggio 2008
EAN:

9788845922695

ISBN:

8845922693

Pagine:
187
Formato:
brossura
Argomento:
Malattia
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione Bianco su nero

Mosca, 20 settembre 1968. Rubén nasce affetto da paralisi cerebrale: le facoltà intellettuali sono intatte, ma non può muovere gli arti, salvo due dita. Dopo poco più di un anno sarà separato dalla madre e rinchiuso negli speciali orfanotrofi in cui vengono isolati, e sottratti allo sguardo, quelli come lui, considerati impresentabili da una società che esalta il mito dell'uomo nuovo e dichiara di muoversi verso un radioso futuro. Solo all'inizio degli anni Novanta Rubén riuscirà a fuggire dal suo gulag personale e, ritrovata la madre, comincerà a raccontare la sua storia, rivelandosi scrittore vero.

Prodotto momentaneamente non disponibile
€ 10.00

Inserisci la tua e-mail per essere informato appena il libro sarà disponibile

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
3 di 5 su 5 recensioni

Bianco su neroDi m. serena-5 giugno 2013

Scrittura potente e diretta. Trama angosciante e triste, che racconta la realtà vista con gli occhi di un disabile sulla quotidianità negli orfanotrofi e negli ospizi russi. Siamo in pratica ai giorni nostri e fa ancora più male sapere che fino a pochi anni fa (si spera che ora non sia più così) tutto questo accadeva ed era anche ritenuto misericordioso. Per quanto possibile data la terribile invalidità di Ruben c'è il lieto fine

Storia tragicaDi R. Lidia-29 marzo 2012

Scrittore russo che, paralizzato dall'infanzia, racconta la sua drammatica nascita e adolescenza tra orfanotrofi, collegi e ospedali dell'ex Unione Sovietica. Il seguirsi della scrittura ha un incedere rassegnato, riempita dei toni del dramma del piccolo protagonista, cresciuto nella pantomima degli ultimi attimi di vita della russia sovietica, ben delineati nella vicenda. Diretto, cinico a tratti, un vero pugno nello stomaco, a volte sa essere ironico.

Bianco su neroDi F. Sergio-11 luglio 2011

E' quasi una autobiografia, l'autore prende le mosse dalla sua vicenda privata. Il bambino non è quindi in grado di usare braccia e gambe, solo con l'indice di una mano è in grado di battere il testo del libro. Questo narra della sua infanzia sballottato tra diversi orfanotrofi, con la paura costante di essere infine sbattuto in un ospizio, alla fine del periodo scolastico, dove normalmente quelli come lui vivono non più di un anno. Essendo una storia vera il libro si carica anche di tanti altri significati: sapendo che quello che si sta leggendo è successo davvero è chiaro che la storia diventa emotivamente più coinvolgente. Il libro si legge tutto di un fiato, viste anche le piccole dimensioni. Il libro fa riflettere sull'importanza delle cose, soprattutto le più piccole, che noi persone "normali" diamo troppo spesso per scontate, ma che invece per alcune persone possono costituire una vera e propria conquista. Il libro parla inoltre di quanto spesso si bollino come ritardate persone che invece, hanno si un handicap, ma che mentalmente sono del tutto normali, e questo non solo nel regime dittatoriale presente in Unione Sovietica in quegli anni. Libro da leggere e su cui riflettere. Molto bello.

Bianco su neroDi S. Lucia-9 novembre 2010

Un libro crudo, amaro, che narra miserie umane con la stessa mancanza d'anima che denuncia, quasi ad indicare quanto invasiva e profonda sia l'influenza del mondo in cui si cresce.

Bianco su neroDi a. livia-29 ottobre 2010

Bambino affetto da ritardo mentale compensato entra ed esce dagli orfanotrofi della Russia anni '70-'80'. "Non lo capivo. Non lo capisco. Non lo capirò mai." Poi fugge, ritrova la madre e comincia a scrivere. Di lui, e dei personaggi incontrati nel suo gulag personale. Il ritmo della scrittura ha un incedere rassegnato, impregnata dei toni del dramma del piccolo protagonista, vissuto nella pantomima degli ultimi rantoli della russia sovietica, ben delineati nella storia. Una storia che spalanca le porte ad una tristezza dai tratti pungenti. Rabbiosa.