Ballate

L'unico ad esser morto potrebbe essere l'uomo bigotto. Il mitico Benni "ci rifà": seconda raccolta di poesie, secondo colpo benissimo assestato. Prosegue, a mio parere, sulla bellissima linea della raccolta di dieci anni prima, affina moltissimo le proprie armi strettamente liriche e riesce veramente in ironie "finali" del calibro di "io ti amo" come nella meravigliosa dissacrazione di una vispa Teresa che patisca radioattività. Meraviglioso senso di vertigine via via che lo leggi poetare, perché ad ogni "curva", ti chiedi cosa ci sarà dietro l'angolo. Confermo che anche da qui occorrerebbe estrapolare qualche componimento da sottoporre agli studenti della scuola secondaria perché aprano un proprio, personale dibattito intorno a cosa sarebbe realmente la poesia.

Questo è sicuramente il testo più "strano" di Benni, in quanto raccoglie 65 ballate (ovvero poesie) con una metrica più o meno corretta, ma con i contenuti cari a chi ama questo grande scrittore bolognese. Alcune sono malinconiche (come "In memoria di John Belushi") , altre surreali ed altre lasciano un sorriso amaro, come "La vispa teresa".