L' avventura di un povero cristiano

Uno dei libri malamente scritti che abbia mai letto. Silone è l'unico che riesce a infilare tirate da narratore onnisciente nel mezzo di un opera teatrale. E poi dialoghi inverosimili, violenza gratuita e perfettamente inutile agli scopi della trama, esplicitazione di cause ovvie a chiunque (al punto che veniamo messi a conoscenza del fatto che l'autunno è una stagione piovosa) . Mi sono sentito presa per i fondelliper tutto il tempo, e non leggerò niente di più di questo più che mai sopravvalutato scrittore.

Per leggere Silone è necessario aver raggiunto una certa maturità, solo così è possibile apprezzarne gli scritti. I temi che vengono trattati hanno una caratterizzazione storica. Nello specifico, il povero cristiano è Celestino V, proclamato Papa che rappresentò un'emblema ed un esempio di umanità per la nazione. E' una bibliografia che mette in risalto questa figura che tende alla religione ma che inevitabilmente deve fare i conti con lo Stato e le sue trame politiche.

Ignazio Silone, forse per primo, con questo romanzo in forma cronachistica, descrive i momenti più salienti che accompagnano Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, dall'ascesa al soglio pontificio all'abdicazione e alla morte per assassinio. Attraverso gli stati d'animo di purissima ascesi di San Celestino si capisce che la rinuncia al papato non fu l'atto di viltà politica ascritto da Dante e Petrarca ma fu la consapevolezza dell'incompatibilità delle cose divine con quelle umane. I molti miracoli attribuiti al Santo, il tormento interiore e la sequela da parte dei "Celestini" richiamano lo schema di vita di Cristo. Un'opera che riabilita ed esalta pienamente un grande Santo della Chiesa Cattolica Romana. Consigliatissimo a credenti e non.