Attila. Il flagello di Dio di Ross Laidlaw edito da Newton Compton

Attila. Il flagello di Dio

Traduttore:
Santilli A.
Data di Pubblicazione:
2008
EAN:

9788854111448

ISBN:

8854111449

Pagine:
473
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Trama Attila. Il flagello di Dio

All'alba del quinto secolo dopo Cristo, sull'impero romano d'Occidente imperversano le scorrerie delle tribù germaniche. Troppo deboli per scacciarli, i romani sono costretti ad accogliere i nemici dell'impero come federati. Unico baluardo di difesa è il generale Ezio, con la sua ferrea volontà e le sue doti di stratega, il solo in grado di ricomporre un'apparente condizione di pace. Ma il suo antagonista, Attila, a capo del popolo unno, è intenzionato a muovere contro l'impero d'Oriente e poi contro l'Occidente un attacco decisivo, mobilitando un esercito dalla leggendaria forza distruttrice. Sarà una sfida senza precedenti nella storia, in cui due grandi uomini, un tempo amici, e due popoli agguerriti si fronteggeranno con tutto il loro odio: il nobile Ezio e il potente flagello di Dio, Roma e gli Unni, la civiltà e la barbarie, l'ordine e il caos.

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1 di 5 su 1 recensione

Attila, uomo saggio ed equilibratoDi C. Claudio-13 novembre 2009

Ho compiuto davvero un immane sforzo nel riuscire a completare la lettura di questo romanzo. Si narra di quelle appassionanti vicende storiche che hanno caratterizzato la fine dell'impero Romano d'Oriente, ma tutto pare svolgersi "lontano", si è sempre distaccati, mai veramente coinvolti nell'azione, nella dinamica delle battaglie o degli intrighi di corte. Non s'avverte mai l'impellente necessità di leggere il capitolo successivo, manca quel pathos essenziale che invogli a proseguir la lettura Perplessità nascono poi dalle gratuite invenzioni storico/geografiche. Le tombe etrusche affrescate con bucoliche scene di vita quotidiana, in Garfagnana, ad esempio. La lucchesia in guisa di novella Tarquinia non mi convince affatto. Altra pesante pecca è l'introduzione inutile di troppi personaggi minori a far da contorno alla storia: una moltitudine di nomi e di vicende parallele dalle quali ci si dipana con difficoltà al fine di seguire la stentata logica dell'autore. Attila sembra costantemente la vittima di un sistema che lo costringe ad invadere, distruggere, sterminare e compier barbarie dì ogni sorta E' un buono che sì atteggia a cattivo solo per compiacere e soddisfare le brame del popolo unno. Si sente sempre in colpa poveruomo. Lui vorrebbe creare la grande Scizia e dialogare pacificamente con gli imperi limitrofi. Vorrebbe esser l'amico di tutti mica il flagello di Dio. Son sempre gli "altri" che lo obbligano indirettamente a compiere quei brutti gesti. Come crocifiggere, impalare, squartare qualche decina di migliaia di individui. Capisco che l'autore fosse invasato dal sacro fuoco del revisionismo storico pro-Attila, ma farlo diventare spudoratamente un riflessivo e filosofeggiante stinco di santo mi sembra tuttavia surreale e molto fuori dal contesto storico di quegli anni. Da evitare insomma. Soprattutto in questa edizione Newton che, ciliegina sulla torta, è veramente poco curata. Vi sono errori ovunque, perfino nel risvolto di copertina.