Gli dèi di Asgard

Mi fermo sul voto medio per questo libro che, pur avendo letto con interesse, non mi ha convinto in nessuno dei due ambiti. Perché pseudostoria? E perché pseudofantasy? A quest'ultima domanda è più semplice rispondere. Infatti l'elemento fantasy sarebbe affidato unicamente al sogno che interviene nella vita del protagonista Shef per guidarlo e fargli conoscere le intenzioni di un qualche dio, di cui sarebbe figlio. Un po' pochino, come esplorazione del paranormale o del sovrannaturale. Sulla parte storica, invece, esprimo una certa ammirazione. Siamo nell'865 dopo Cristo e i Vichinghi fanno il bello e il cattivo tempo nella Britannia, divisa in piccoli regni e lontana dal Sacro Romano Impero. Si potrebbe obiettare che molte pagine sono scritte con intenti sensazionalistici, (torture, uccisioni, prese di posizione anticristiane prevedibili) , ma il tutto è riscattato da una non comune coerenza nella ricerca del personaggio principale, uomo curioso e intelligente, inventore e innamorato della scienza. Buona lettura, quindi.