L' arte di essere povero di Boniface de Castellane edito da Excelsior 1881
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L' arte di essere povero

Collana:
Impronte
Data di Pubblicazione:
17 dicembre 2010
EAN:

9788861581098

ISBN:

8861581099

Formato:
brossura
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Trama L' arte di essere povero

"Il mio divorzio fu emesso il 5 novembre, alle cinque della sera". Così inizia quella che, oltre a una testimonianza avvincente, può essere letta come manuale scritto da un autentico intenditore, oggi venerato anche in Internet. Il matrimonio con l'ereditiera americana Anna Gould aveva reso Boni de Castellane "Re di Parigi". I sontuosissimi parties, spesso in maschera, con cui animava le serate parigine sono rimasti nella storia. Affollati della crème della società, con il conte di Montesquiou, Marcel Proust, Sarah Bernhardt, la Duse, d'Annunzio, l'allora giovane Jean Cocteau e pure Oscar Wilde. Tutti volevano essere suoi ospiti. Finché la moglie, indispettita dalle spese (e dai tradimenti), presentò istanza di divorzio e Boni, abbandonato da tutti, finì a doversela vedere coi creditori e con la buona società che ora gli voltava le spalle. Ma seppure difficile, la sua nuova, lunga vita "da povero", non fu però da meno di quella precedente. Perduti lussi e limousine, Boni restò con qualche abito e i mezzi pubblici, ma riuscì nell'impresa di rimanere sempre fedele a se stesso. E conservando il suo spiccato senso dell'umorismo, poco prima di morire, decise di raccontare "L'arte di essere povero".

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2 di 5 su 1 recensione

L'arte di essere poveroDi c. Giovanni-9 ottobre 2010

Figura leggendaria di dandy della Parigi della Belle Epoque, Boni de Castellane è spesso ricordato dai suoi contemporanei per l'eleganza e lo spirito: purtroppo quest'autobiografia, o per incapacità letteraria dell'autore o perché la scrisse quand'era già molto malato per i postumi d'un'encefalite, suona piatta e monotona: niente che fare, per esempio, coi diari dell'Abbé Mugnier, che vi fa un paio di fugaci apparizioni. Rimane l'impressione di un uomo che, nonostante la fama salottiera, era ormai fuori dal proprio tempo: la sua forte religiosità, la totale mancanza di nazionalismo, l'amore per il bello e la noncuranza per il denaro, la concezione dei rapporti umani ancora legata all'Ancient Régime lo rendevano in realtà un inattuale. Peccato che di tutto ciò la sua scrittura non rechi che pallide tracce. La prefazione suona involontariamente comica, tanto l'autore di essa si cala nella parte del dandy, la quale oggi, a mio avviso, purtroppo è forse in realtà improponibile.