Architettura e felicità. Ediz. illustrata di Alain de Botton edito da Guanda

Architettura e felicità. Ediz. illustrata

Editore:

Guanda

Edizione:
3
Traduttore:
Beretta S.
Data di Pubblicazione:
21 settembre 2006
EAN:

9788882469702

ISBN:

8882469700

Pagine:
288
Formato:
brossura
Argomenti:
Architettura e design degli edifici, Filosofia: estetica
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con o la

Descrizione Architettura e felicità. Ediz. illustrata

Alain de Botton affronta un aspetto centrale dell'esistenza di tutti gli esseri umani: le case, le città, la geografia dei luoghi che abitiamo e in cui ci muoviamo, la necessità che abbiamo di sentirli belli e accoglienti. E lo fa partendo da alcune semplici domande: Che cosa rende una casa bella? E perché ciò che per alcuni è bello, per altri è invece inguardabile? Ed è ragionevole passare parte del proprio tempo a cercare di rendere più belli i luoghi in cui viviamo? E, soprattutto, i luoghi, gli edifici, le stanze e gli uffici possono renderci più o meno felici?

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4 di 5 su 1 recensione

La felicità nell'architetturaDi C. Alberto-23 marzo 2011

De Botton non delude mai! Ogni suo libro è un vero piacere per chi ama la lettura, specie se intelligente e ricca di sano umorismo. In questo saggio l'autore si cimenta nell'analisi tra la vita quotidiana e le architetture in cui viviamo, analizzandone le relazioni in funzione della loro presunta capacità di influire nella nostra vita. Ne emerge un'analisi attenta e tutt'altro che scontata di come ciascuno di noi vive gli edifici e le città che ci circondano e ci contengono: un tema molto attuale in un'epoca in cui l'immagine conta spesso più della sostanza delle cose. Il più grande architetto del '900, Le Corbusier, svizzero come De Botton, diceva che "è la natura ad aver ragione e l'architetto torto" notando come alcuni suoi edifici venivano modificati da chi ci abitava; l'autore condivide questa affermazione anche se fa notare come l'architetto sia ancora capace di rispondere, con la sua arte, alle necessità dell'uomo contemporaneo. Un'analisi, dunque, che non va nel verso di una "apologia dell'autocostruzione" ma in quello della riscoperta delle qualità di una delle scienze più antiche dell'umanità: quella del Costruire.