Apocalisse. Rivelazioni sulla socialità postmoderna di Michel Maffesoli edito da Ipermedium Libri
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Apocalisse. Rivelazioni sulla socialità postmoderna

Data di Pubblicazione:
1 ottobre 2012
EAN:

9788886908870

ISBN:

8886908873

Pagine:
64
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Descrizione Apocalisse. Rivelazioni sulla socialità postmoderna

L'apocalisse non è l'epilogo, ma lo svelarsi della società a se stessa. Uno svelarsi che porta alla luce ciò che prima era stato sottratto alla vista. L'apocalisse è allora metafora di una trasformazione epocale, che per Maffesoli segna il passaggio alla socialità postmoderna. Ci sono infatti segnali indiscutibili del radicamento di una nuova socialità, ma nello stesso tempo, c'è una difficoltà profonda a trovare le parole adatte a svelare l'approdo alla postmodernità. L'apocalisse rappresenta dunque un processo fondativo di un nuovo universo simbolico e culturale, contrassegnato dal riemergere dello spirito dionisiaco che si insinua profondamente nelle trame del sociale. Si tratta - in sostanza - di una tendenza al reincanto del mondo che abbandona progressivamente lo spirito serioso del produttivismo moderno per lasciare spazio a un ambiente più ludico e più creativo. Per questo motivo, in questo breve testo, si suggerisce l'idea di abbandonare l'inutile prospettiva della crisi della società, per entrare nell'ottica di una società che possa acquisire la capacità di riscoprire se stessa, lasciandosi alle spalle i segni di una civilizzazione che forse non le appartengono più.

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Apocalisse? Non bastava il Popol Vuh?Di A. Daniela Paola-16 aprile 2010

Forse alle visioni apocalittiche ci siamo un pò abituati. Da Godzilla a The day after tomorrow - che vale la pena guardare almeno per la scena di immigrazione massiva degli americani in Messico - da Nostradamus all'imminente profezia del Popol Vuh. A cosa serve allora Apocalisse, rivelazioni sulla società postmoderna, che per giunta è il libro di un sociologo? Non bastava la visione di Jean Baudrillard già rea di aver ispirato l'irrisolvente Matrix? Cosa aggiunge d'altro sotto un sole filtrato a macchia di leopardo dal bistrattato ozono? Franco Ferrarotti nella prefazione al libro dice impietoso: a toglierci le squame dagli occhi. Chi avesse voglia di bruciarsi d'un fiato le 51 pagine che raccolgono le recenti riflessioni di Michel Maffesoli, potrebbe vedersi restituita una gioiosa capacità di guardare lo stato delle cose, un antidoto al soporifero cocktail di senso di colpa originario, perbenismo autocensurante e salvifico control, il tutto on the rock (soft, per carità). Le cause delle odierne crisi potrebbero essere le fisiologico-storiche reazioni del genere umano all'omologante e burocratizzata opulenza d'uno stare (o ristagnare) più che un essere, alla falenica attrazione fatale verso il paradiso artificiale, verso un elenco ordinato di ideali mercificati vittime della maledizione che li opacizza al tocco. Indaghiamo: Baudrillard scova nella società dei consumi l'imperativo dell'ordine, ordine delle cose, degli oggetti che si trasformano in punti di riferimento e certezze tascabili in cui specchiarsi. Abbandonata ogni ambiguità (vita-morte, donna-uomo) la logica della merce, della produttività e del valore aggiunto sbarcano nella cultura, nella sessualità, nell'arte, nelle relazioni sociali, fin nelle ossessioni. Tutto diviene quantificabile, ottimizzabile, si trasla dal fetish al marketing che imbavaglia i gusti e inquadra i sogni in target. Fino all'ultimo dei tradimenti, il delitto perfetto, la virtualizzazione che è codificazione, falsificazione del reale da cui si prendono le distanze. Certo, la realtà è visibile dunque più vicina, ma è una realtà filtrata dal distacco virtuale o da un'argomentazione convincente, dunque lontana. Gli schizzi di sangue - che vengano mostrati o che li si trovi per proprio conto se si ha voglia di esser tacciati quali morbosi, di certo non macchiano né lo chiffon né la viscosa. Il Male con la emme maiuscola? Un errore di programmazione o un elemento "fuori controllo". Risolvibile. Se la patafisica (la scienza delle soluzioni immaginarie, spesso ironiche o assurde, che si occupa principalmente del particolare e delle eccezioni) per Baudrillard è l'unica soluzione contro l'iperrealismo imperante, nella realtà reale sbocciano durkheimiane efferverscenze, maffesoliniane infiorescenze tribali che attecchiscono instabili, divertite e inarrestabili in un tessuto sociale ripiegato, irrigido e complesso come un esercito di origami i cui borghesi "maestri", meglio di Mosè, hanno diviso da una parte ragione, struttura, corpo, realtà e dall'altra sensibilità, sogno, spirito. Essi paiono più barbosi nanetti da giardino che, con fare additante e saputo, "incitano" ad esplosioni di violenza per la loro ostinata rappresentazione d'un sentire omologante che ha fatto il suo tempo, che sta per finire nel nome di un bisogno nomade, di avventura, di sete d'infinito e di scoperta. Penso: la bradipica istituzione-chiesa annoia ed è scollata dalla realtà, boicottata nelle sue Funzioni, la provvidenza statale fa l'elemosina ma non stacca le flebo dai contribuenti, le borse mondiali perpetuano indisturbate speculazioni nella deregulation universale, l'ipocrisia del controllo incanala fiumane umane in obblighi incomprensibili, il diluvio di leggi, controleggi e decreti interpretativi cesellano un labirinto caleidoscopico che conduce alla follia. L'ombra di Dioniso urla il tradimento o Il neonichilimso omologante è pronto a esplodere? Leggere e poi riflettere.

Apocalisse? Non bastava il Popol Vuh?Di A. Daniela Paola-16 aprile 2010

Forse alle visioni apocalittiche ci siamo un pò abituati. Da Godzilla a The day after tomorrow - che vale la pena guardare almeno per la scena di immigrazione massiva degli americani in Messico - da Nostradamus all'imminente profezia del Popol Vuh. A cosa serve allora Apocalisse, rivelazioni sulla società postmoderna, che per giunta è il libro di un sociologo? Non bastava la visione di Jean Baudrillard già rea di aver ispirato l'irrisolvente Matrix? Cosa aggiunge d'altro sotto un sole filtrato a macchia di leopardo dal bistrattato ozono? Franco Ferrarotti nella prefazione al libro dice impietoso: a toglierci le squame dagli occhi. Chi avesse voglia di bruciarsi d'un fiato le 51 pagine che raccolgono le recenti riflessioni di Michel Maffesoli, potrebbe vedersi restituita una gioiosa capacità di guardare lo stato delle cose, un antidoto al soporifero cocktail di senso di colpa originario, perbenismo autocensurante e salvifico control, il tutto on the rock (soft, per carità). Le cause delle odierne crisi potrebbero essere le fisiologico-storiche reazioni del genere umano all'omologante e burocratizzata opulenza di uno stare (o ristagnare) più che un essere, alla falenica attrazione fatale verso il paradiso artificiale, verso un elenco ordinato di ideali mercificati vittime della maledizione che li opacizza al tocco. Indaghiamo: Baudrillard scova nella società dei consumi l'imperativo dell'ordine, ordine delle cose, degli oggetti che si trasformano in punti di riferimento e certezze tascabili in cui specchiarsi. Abbandonata ogni ambiguità (vita-morte, donna-uomo...) la logica della merce, della produttività e del valore aggiunto sbarcano nella cultura, nella sessualità, nell'arte, nelle relazioni sociali, fin nelle ossessioni. Tutto diviene quantificabile, ottimizzabile, si trasla dal fetish al marketing che imbavaglia i gusti e inquadra i sogni in target. Fino all'ultimo dei tradimenti, il delitto perfetto, la virtualizzazione che è codificazione, falsificazione del reale da cui si prendono le distanze. Certo, la realtà è visibile dunque più vicina, ma è una realtà filtrata dal distacco virtuale o da un'argomentazione convincente, dunque lontana. Gli schizzi di sangue - che vengano mostrati o che li si trovi per proprio conto se si ha voglia d'esser tacciati quali morbosi, di certo non macchiano né lo chiffon né la viscosa. Il Male con la emme maiuscola? Un errore di programmazione o un elemento fuori controllo. Risolvibile. Se la patafisica (la scienza delle soluzioni immaginarie, spesso ironiche o assurde, che si occupa principalmente del particolare e delle eccezioni) per Baudrillard è l'unica soluzione contro l'iperrealismo imperante, nella realtà reale sbocciano durkheimiane efferverscenze, maffesoliniane infiorescenze tribali che attecchiscono instabili, divertite e inarrestabili in un tessuto sociale ripiegato, irrigido e complesso come un esercito di origami i cui borghesi maestri, meglio di Mosè, hanno diviso da una parte ragione, struttura, corpo, realtà e dall'altra sensibilità, sogno, spirito. Essi paiono più barbosi nanetti da giardino che, con fare additante e saputo, "incitano" ad esplosioni di violenza per la loro ostinata rappresentazione di un sentire omologante che ha fatto il suo tempo, che sta per finire nel nome di un bisogno nomade, di avventura, di sete di infinito e di scoperta. Penso: la bradipica istituzione-chiesa annoia ed è scollata dalla realtà, boicottata nelle sue Funzioni, la provvidenza statale fa l'elemosina ma non stacca le flebo dai contribuenti, le borse mondiali perpetuano indisturbate speculazioni nella deregulation universale, l'ipocrisia del controllo incanala fiumane umane in obblighi incomprensibili, il diluvio di leggi, controleggi e decreti interpretativi cesellano un labirinto caleidoscopico che conduce alla follia. L'ombra di Dioniso urla il tradimento o Il neonichilimso omologante è pronto a esplodere? Leggere e poi riflettere.