L' animale morente di Philip Roth edito da Einaudi
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L' animale morente

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Traduttore:
Mantovani V.
Data di Pubblicazione:
8 ottobre 2013
EAN:

9788806218027

ISBN:

8806218026

Pagine:
114
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama L' animale morente

Da trent'anni, da quando la rivoluzione sessuale ha bussato alla sua porta, il professor David Kepesh tiene fede al suo giuramento: non avere mai una relazione stabile con una donna. Ma un giorno, nell'aula del suo corso di critica letteraria all'università, entra Consuela Castillo, ventiquattrenne di una bellezza conturbante, una ragazza cubana alta e affascinante che scatena il desiderio e la gelosia del maturo professore.

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3 di 5 su 3 recensioni

L'animale morenteDi g. andrea-10 agosto 2011

Dopo La macchia umana Roth torna a riproporci un altra figura maschile del desiderio, troppo facile, anzi puerile e superficiale, scandalizzarsi per la sbandierata misoginia di Roth, per la violenza maschilista di certe scene, per l'attrazione per il corpo femminile e quasi mai per il cervello, per l'apparente disgusto e repulsione per le donne, relegate al ruolo di espressioni della fisicità. Perché non è certo questo di cui parla Roth, che è paragonabile a pochi altri scrittori contemporanei in quanto a empatia, umanità, compassione per coloro che osserva e racconta. Roth parla invece di come la vita ci trasformi, ci manipoli, ci renda animali dolenti, dallo sguardo amaro rivolto al passato, a quello che c'è stato e che non tornerà più, alla consapevolezza che la vita è una corsa inarrestabile verso il silenzio che un giorno ci avvolgerà per sempre, mentre altri giovani animali a loro volta si sostituiranno a noi, ancora e ancora, nell'eterno gioco della gelosia, del narcisismo, dell'esibizionismo, dell'affermazione del proprio io. Ed è per questo che David Kepesh, professore ormai ultra 60enne, sceglie come amanti solo giovanissime ex allieve che hanno un terzo della sua età; Roth lo spiega, non possiamo dribblarlo: è come giocare a baseball con una squadra di ventenni. Non è che ti senti ventenne perché stai giocando con loro. Noti la differenza ogni minuto che passa. Ma almeno non sei ai bordi del campo, in panchina. Ecco cosa succede: senti lo strazio di essere vecchio, ma in un mondo nuovo. Ma allora perché la bellissima, prosperosa, giovane cubana Consuela sceglie un vecchio professore come amante, lei così legata al suo mondo di ferrei principi, di salde tradizioni ancestrali, di religiosità profonda ereditato dalla famiglia esule dal castrismo? Roth spiega anche questo, e ancora una volta non possiamo far finta: io credo che Consuela vide in me una versione soggiogabile della raffinatezza della sua famiglia, di quel passato irrecuperabile che per lei è più o meno un mito. L'unica cosa che la gente nota è la stranezza erotica, e la nota come qualcosa di ripugnante, come una farsa ripugnante. Il sesso è per Kepesh il più reale e forte e veritiero dei legami. Eppure tutto è pervaso di pessimismo, quando Consuela diventa un'ossessione e il sesso schiavizzante si accende la lampadina della memoria del passato, degli anni del campus, della rivoluzione sessuale, ancora una volta della gioventù. Il finale è ironico, amaro, interrogativo come spesso in Roth, e si interroga sul dilemma di Kepesh: libertà dai vincoli o attaccamento la libertà di Nietzsche o l'anelito per l'amore di Platone mentre noi ci interroghiamo su chi davvero sia l'animale morente. Probabilmente tutti noi, come in Everyman, messi di fronte alla cortina nera che ci attende inesorabile. E allora acquistano un senso profondo e chiarificatore le parole della poesia di W. B. Yeats (Sailing to Byzantium) che hanno ispirato a Roth il titolo di questo romanzo. Una poesia che inizia con la frase lapidaria That is no country for old men, d'ispirazione anche per Cormac McCarthy. E procede più in là con i versi Consume my heart away; sick with desire And fastened to a dying animal It knows not what it is; and gather me Into the artifice of eternity. Altro che misoginia.

L'animale morenteDi F. Bruna-2 aprile 2011

Credo alla fine possa meritarsi un buon voto, diciamo un quattro. David Kepesh è un professore universitario di 60 anni che intesse una relazione con una sua studentessa, una splendida cubana. L'amore che nutre nei suoi confronti è soprattutto passione, desiderio, gelosia, possesso. E il fatto che li separino tanti anni, una generazione e mezza, fa aumentare questo struggimento! La forza di questo libro che, così come "Il professore di desiderio", non è stato per me uno dei suoi migliori, sta nella bravura di Roth a mescolare tutti gli ingredienti del suo sapere: mentre fa una digressione sull'emancipazione della coppia e del sesso, mette in gioco Dostoevskij, Kafka, pittura, musica classica. Mentre la storia va avanti le riflessioni sulla precarietà della vita, sulla malattia, sulla bellezza che sfiorisce, sulla morte sono tante finestre aperte su cui ci spinge a riflettere.

L'amore secondo RothDi F. Francesca-10 ottobre 2010

L'amore secondo Roth è quanto di più pastoso possa esistere al mondo. L'amore è tutto, vita e morte, ira e calma, sangue e liquidi. Una completezza che non si ritrova altrove. L'amore è la scusa migliore per vivere e in questo libro è descritto così bene che non serve altro per spiegarlo. Leggetelo e non ve ne pentirete