Amore, cucina e curry

Cosa succede se la cucina francese e quella indiana si incontrano o, meglio, si scontrano? Per scoprirlo si deve leggere Madame Mallory e il piccolo chef indiano, romanzo di Richard Morais in cui le differenze culturali tra due mondi opposti daranno vita a esilaranti racconti. Hassan Haji ha sempre vissuto tra i sapori e gli odori della cucina di famiglia, un ristorante acclamato nell’allora Bombay, dove la nonna si svegliava alle cinque della mattina per impanare le melanzane e dava ordini, distribuendo però buonissimo mandorlato a tutti. Il padre di Hassan era invece il grande capo che gestiva il locale di famiglia con un tocco di originalità e creatività, senza tralasciare una buona dose di autoritarismo. Per il piccolo di famiglia crescere con la passione della cucina diventa così un obbligo ed un desiderio più che naturale. Quando alla morte della madre la famiglia si trasferisce nel cuore della Francia toccherà così proprio ad Hassan gestire il ristorante Maison Mumbai ereditando competenze ed esperienze da ogni bizzarro membro della sua famiglia. Tutto sembra andare per il meglio: i clienti aumentano di giorno in giorno e il ragazzo è sempre più bravo. Il sogno di generazioni si sta avverando sino a quando la bisbetica proprietaria del ristorante francese, proprio di fronte a quello di Hassan, decide di fare una campagna contro di lui, in onore della grande tradizione della cucina francese. Disgustata dagli odori della cucina indiana che provengono dalla Maison Mumbai e forse impaurita dal successo del vicino locale, Madame Mallory andrà persino a protestare in comune in difesa di una purité dell’haute cuisine. E’ l’inizio di una guerra e forse di una grande amicizia perché Madame Mallory e il piccolo chef indiano sottolinea che non importa quale tradizione rispetti e quale cultura richiami quando mangi, l’importante è che lo si faccia con una storia alle spalle, qualunque essa sia.