L' Amnistia Togliatti. 1946. Colpo di spugna sui crimini fascisti di Mimmo Franzinelli edito da Feltrinelli

L' Amnistia Togliatti. 1946. Colpo di spugna sui crimini fascisti

Editore:

Feltrinelli

Data di Pubblicazione:
5 Maggio 2016
EAN:

9788807888311

ISBN:

8807888319

Pagine:
408
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia postbellica del 20. Secolo: dal 1945 al 2000, Fascismo e Nazismo
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione L' Amnistia Togliatti. 1946. Colpo di spugna sui crimini fascisti

Lo spartiacque nel decisivo passaggio tra dittatura e democrazia, per chiudere i conti con il ventennio mussoliniano e punire gli artefici della dittatura, è l'amnistia Togliatti. Emanata il 22 giugno 1946 per celebrare la nascita della Repubblica italiana, prende il nome dal segretario del Partito comunista, Palmiro Togliatti, che la firmò quale ministro della Giustizia del governo De Gasperi. Ispirata all'esigenza di pacificazione, si è però trasformata - per l'interpretazione estensiva fornita della magistratura - in un generalizzato perdono, applicato anche a torturatori e ad assassini. Piero Calamandrei definì l'amnistia un clamoroso errore della nuova classe dirigente italiana, gravido di conseguenze. Il mancato accertamento giudiziario dei crimini fascisti ha infatti determinato un enorme vuoto di conoscenze sulle dinamiche repressive del regime e della Repubblica sociale italiana. A una simile mutilazione, così rilevante sulla formazione dell'immaginario collettivo, può oggi porre parziale rimedio la ricerca storica, sulla base di non facili indagini d'archivio. L'approfondita inchiesta di Franzinelli ricostruisce al meglio proprio quell'Italia lacerata dalla lotta politica, con cento drammatici episodi che riaffiorano dai carteggi giudiziari.

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4 di 5 su 1 recensione

Una pessima amnistiaDi M. Renzo-3 Aprile 2023

Con la liberazione avvenuta il 25 aprile 1945 termina la seconda guerra mondiale, ma le catene di odio che si erano sviluppate, soprattutto dopo l8 settembre 1943, e la sete di vendetta di chi aveva subito torti, era stato torturato, aveva avuto in famiglia dei morti ammazzati dalla soldataglia della Repubblica di Salò, oppure tedesca, reclamavano giustizia, spesso una giustizia fai da te, e altre volte invece più formale, meno iniqua, quando i processi avvenivano davanti ai tribunali del popolo. E tuttavia evidente che in uno stato civile non era possibile tollerare questi comportamenti, né era possibile abbandonarsi a una giustizia che sanzionava senza regole ben precise e ispirate allequità. Fu così che il 22 giugno 1946 lallora ministro della Giustizia Palmiro Togliatti emanò lamnistia, con lo scopo di giungere a una pacificazione nazionale, con un colpo di spugna per i reati minori, fermo restando il ricorso al rito processuale per i casi più gravi. Lidea in sé era buona, ma la messa in pratica finì per assolvere anche individui che si erano macchiati di gravi reati, e si è trattato quasi sempre di fascisti, mentre la più ampia severità fu usata contro i partigiani, molti dei quali furono costretti a espatriare, rifugiandosi per lo più nei paesi dellEuropa orientale. Si è trattato di un risultato apparentemente inspiegabile, ma che deve essere visto alla luce della posizione di larga parte della magistratura, che avrebbe dovuto essere preventivamente epurata, stante gli stretti legami con il regime fascista. Peraltro unoperazione di pulizia fra le toghe compromesse, che erano la maggior parte, avrebbe significato la perdita di credibilità nella giustizia e una drammatica penuria di membri degli organi giudicanti. Il risultato fu che ben pochi magistrati furono rimossi dallincarico, e ne rimasero molti altri, soprattutto nella Cassazione, che erano pervenuti nei ruoli in quanto fedeli al regime. La legge dellamnistia fu redatta male, presentando dalle origini gravissime lacune e concedendo per la sua applicazione larghissimi margini, insomma una discrezionalità che per giudici fascisti di lungo corso evitò di colpire anche gli autori di reati gravissimi. Mimmo Franzinelli ha scritto al riguardo questo interessante saggio, in cui spiega tutte le problematiche inerenti lapplicazione di una legge fatta francamente con i piedi. Ulteriore motivo di interesse è dato dallultimo capitolo in cui viene effettuata la comparazione tra le misure adottate in vari paesi per punire i criminali di guerra e i collaborazionisti e sanare le amministrazioni pubbliche dalla presenza di personaggi particolarmente compromessi. Ebbene, se si guarda quanto fu fatto in Francia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Austria, si può ben comprendere come solo in Italia venne concessa completa impunità alla dirigenza fascista. Quindi si può dire che lamnistia Togliatti riuscì in parte a raggiungere lo scopo di pacificazione nazionale, ma a prezzo di una resa senza condizioni a un nemico peraltro già vinto. Lanomalia sembra tipicamente italiana, ma del resto il nostro paese è quello dove le anomalie sono troppe volte ricorrenti. Da leggere.