America di Charles Dickens edito da Feltrinelli

America

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
2
Traduttore:
Buitoni M., Corsini G., Miniati G.
Data di Pubblicazione:
5 settembre 2008
EAN:

9788807821356

ISBN:

8807821354

Pagine:
352
Formato:
brossura
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Descrizione America

Dickens, severo e attento osservatore della realtà sociale del suo paese, arriva per la prima volta in America nel 1841, convinto di trovarvi realizzati gli ideali rivoluzionari di libertà, giustizia e progresso. Il viaggio si risolve, in realtà, in una feroce disillusione. "America" è la storia di un rapporto di amore e odio, verso gli Stati Uniti e gli yankee, da parte di uno dei più moderni e "americani" rappresentanti del vecchio mondo.

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5 di 5 su 1 recensione

Dickens, l'America e un istituto di ciechiDi M. Amalia-20 dicembre 2011

Ho letto questo libro qualche tempo fa, mi era piaciuto in tutti i suoi aspetti, ma una sua parte ha preso il sopravvento totale nella mia memoria: quella dedicata alla visita a un istituto di ragazzi ciechi e sordo-ciechi. In pratica, il bellissimo libro in cui Dickens descrive un suo viaggio negli Stati Uniti, è sicuramente molto consigliabile e risulta prezioso per chi voglia una storia vera, un documento di vita vissuta. Nel 1840 circa, l'autore inglese ebbe un invito di lavoro e svago in questo Paese, molto diverso dall'attuale, molto in crescita. Una pagina singolare di questo diario è dedicata alla visita del Dickens a un istituto modello in cui venivano educati sia ragazzi ciechi, che sordo-ciechi. Non di rado gli allievi del collegio appartenevano a famiglie di buona condizione, e persino ricche. Le pagine in questione rimangono indelebilmente nella memoria di chi, come me, vive questi problemi dall'interno; le riflessioni sono moltissime, prima fra tutte, la differenza di impostazione educativa che passa tra l'istituto americano e le coeve esperienze europee. Negli U. S. A, a quanto pare, nulla si sapeva della scrittura Braille, da poco inventata, ma il livello di apprendimento impartito ai giovanissimi ospiti è chiaramente elevato, e ne fa testimonianza l'accoglienza di alunni ancor più svantaggiati, perché privi anche dell'udito. Ciò avviene vari decenni prima dell'esperienza di Helen Keller e della sua "maestra" Anna dei miracoli e spiega come e perché, a chi abbia potuto constatarlo, la "presenza" di ciechi nella letteratura americana statunitense risulti così sottilmente diversa dall'analoga presenza nella letteratura europea. Io vorrei poter dire nella vita, ma mi limito a parlare di libri, e questo libro merita di essere letto.