Altrove, forse di Amos Oz edito da Feltrinelli
Alta reperibilità

Altrove, forse

Editore:

Feltrinelli

Collana:
I narratori
Traduttore:
Loewenthal E.
Data di Pubblicazione:
26 Novembre 2015
EAN:

9788807031717

ISBN:

880703171X

Pagine:
343
Formato:
brossura
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Trama Altrove, forse

A Mezudat Ram, un kibbutz isolato nel Nord del paese, circondato da nemici e sormontato dall'ombra di cupe montagne, si svolge la vita di una comunità di coloni, dediti all'agricoltura e all'allevamento, allo sport, alla musica, al dibattito, ma soprattutto alla purificazione. A trent'anni dalla fondazione del kibbutz, infatti, sono essenzialmente gli ideali di miglioramento personale e collettivo che sostengono i kibbutzim e il miglioramento si attua anche grazie al pettegolezzo. Questo spiega la voce narrante di un colono che guida il lettore - non senza malizia e ironia - alla scoperta degli abitanti del kibbutz, concentrandosi soprattutto sulla famiglia di Ruben Harish. Questi è tra i più convinti sostenitori di una vita pacifica e collettiva, l'instancabile cantore delle virtù di un'esistenza semplice e illuminata, il poeta del kibbutz. La moglie Eva lo ha abbandonato per fuggire con un cugino in visita a Mezudat Ram come turista. Si è sposata, vive in Germania e aiuta il nuovo marito a gestire un night-club. Ruben lo ha accettato senza lamentarsi, sprofondando in una tristezza nobilitata dai doveri di maestro, guida turistica e poeta. È rimasto solo col figlio Gai e la figlia Noga e, per consolarsi, ha iniziato una blanda relazione con un'amica Bronka, un'insegnante sposata, madre di due figli... Altrove, forse si candida ad essere l’ennesimo capolavoro di Amos Oz. Lo scrittore israeliano, autore di successi indimenticabili come Una storia di amore e di tenebra è già stato candidato al Premio Israele per la letteratura e per l’incredibile processo di pace che trasmette nei suoi libri. In questo romanzo Oz rappresenta ancora una volta i suoi protagonisti in modo realistico e con lieve tocco ironico. Il tema del kibbutz nei suoi scritti è trattato con un tono in un certo senso critico e Oz aveva già attribuito ad una traduzione dei racconti dello scrittore statunitense Sherwood Anderson la sua decisione di ”scrivere quello che era intorno a lui”. Nel suo ultimo romanzo pervade ancora una volta la sua infanzia e adolescenza negli anni travagliati che videro la nascita di Israele, e ritroviamo la capacità dello scrittore di far girare il mondo scritto intorno alla mano che sta scrivendo, indipendentemente da dove essa stia scrivendo perché il posto in cui sei è il centro dell'universo. Nel suo saggio del 2004 Contro il fanatismo, Oz sostiene che il conflitto israelopalestinese non è una guerra di religione o di culture, ma piuttosto una controversia possessoria, una controversia che non si risolverà con una maggiore comprensione ma con un compromesso doloroso. In Altrove, forse è allora il luogo ad essere transitorio, a far muovere i suoi personaggi in un oggi e un dove doloroso per ogni israeliano o palestinese che sia e Amos Oz lo racconta con la consueta maestria nel trasmetterci le emozioni e le contraddizioni di un intero popolo.

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