L' altra casa
- Editore:
Mondadori
- Collana:
- Oscar classici
- Traduttore:
- Lombardo A.
- Data di Pubblicazione:
- 8 giugno 2010
- EAN:
9788804598596
- ISBN:
880459859X
- Formato:
- brossura
Descrizione L' altra casa
La trama de "L'altra casa" risale al 1893, quando James era strenuamente impegnato nel tentativo di realizzarsi come drammaturgo. Tre anni dopo questo romanzo di morte e violenza - che porta evidenti tracce della sua primigenia ispirazione drammatica - vide la luce a puntate su "The Illustrated London News" e fu quindi pubblicato in volume. Sul letto di morte Julia strappa al marito, Tony Bream, una promessa: la loro Effie non dovrà mai soffrire le angherie di una matrigna e quindi egli non potrà risposarsi, almeno fino a che la figlia sarà viva. Questa assurda promessa segna le vicende dei protagonisti del romanzo, due uomini e due donne, e l'intersecarsi dei loro legami affettivi. Intorno alla silenziosa figura della bambina, James mette a fuoco le passioni inespresse, l'ordito dei sentimenti, i sotterranei conflitti dell'animo dei suoi personaggi. Narrazione serrata e avvincente di una tragedia basata sul denaro, la gelosia, l'ossessione amorosa, "L'altra casa" si rivela una costruzione perfetta e spietata e svela, ancora una volta, il male annidato sotto una superficie rassicurante. Traduzione e introduzione di Agostino Lombardo.
Recensioni degli utenti
L'altra casa-7 aprile 2011
Sì, c'è qualche spunto molto interessante, ma nel complesso non decolla. Un romanzo di impianto molto teatrale, tra il giallo e il saggio sociologico: un'ambientazione ristretta, quasi chiusa; pochi personaggi; salti temporali finalizzati al dramma; dialoghi che sono più "botta e risposta" funzionali al climax. James dipana così questa sua ennesima indagine dell'animo umano. Perchè anche in questa sua opera, come nelle sue altre maggiori, quello che conta non è l'azione, ma il suo risvolto psicologico, come se ogni accadimento, per quanto drammatico - come in questo caso in cui ben due persone perdono la vita - fosse solo un'occasione per scandagliare il perbenismo borghese, il sordido animo umano in giacca e cravatta. Il tutto in modo misurato, elegante, talvolta un po' verboso, dilungandosi a tratteggiare, come un artista col carboncino, le ombre più sottili, mentre l'azione, come una palla su un piano inclinato, scivola da sola verso il baratro. Di questo stile del detto e non detto, dei giri di parola che lasciano spazio all'intuizione, più che alla vista, James è il maestro assoluto. Fatto sta che, in questa opera forse più che in altre, il suo gioco tende talvolta a diventare un po' pesante, sfiorando l'inverosimile e l'irritante. E' per questo che non raggiunge, secondo me, l'emozione definitiva, e si ferma ad un livello buono, ineccepibile, ma freddo. Quello che resta è, ancora una volta, un ritratto amaro e disincantato di ogni possibile idea di società.