L' ager Campanus antiquus. Fattori di trasformazione e profili di storia giuridica del territorio dalla «mesogheia» arcaica alla centuriatio romana di Osvaldo Sacchi edito da Jovene

L' ager Campanus antiquus. Fattori di trasformazione e profili di storia giuridica del territorio dalla «mesogheia» arcaica alla centuriatio romana

Editore:

Jovene

Data di Pubblicazione:
2004
EAN:

9788824315081

ISBN:

8824315089

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Descrizione L' ager Campanus antiquus. Fattori di trasformazione e profili di storia giuridica del territorio dalla «mesogheia» arcaica alla centuriatio romana

- Premessa.
- Abbreviazioni.
- I. I limiti geografici dell'ager Campanus antiquus.
- II. Un'ipotesi sul nome di Volturnum/Capua e la formazione dell'ethnos campano fino alla conquista romana.
- III. La romanizzazione dell'ager Campanus dall'annessione dell'ager Falernus alla forma agri di Lentulo.
- IV. Il passaggio dalla nozione augurale di ‘ager' alla categoria di ‘ager publicus populi romani'.
- V. Il senatus consultum del 211 a.C. Elementi per una qualificazione giuridica.
- Osservazioni conclusive. Un'ipotesi sulla natura giuridica dell'ager Campanus in seguito al provvedimento del 211 a.C.Sommario:Il saggio ha per oggetto alcuni aspetti della storia giuridica del territorio capuano in un arco di tempo che va dall'epoca della prima fondazione di Volturnum/Capua all'epoca della debellatio/deditio del 211 a.C. (arrivando però con la forma agri di Lentulo alle soglie dell'età graccana). Vengono enucleati i momenti più qualificanti degli aspetti spaziali del sistema giuridico-religioso romano alto, medio-repubblicano (ager, terra, tribù, colonie, riti di fondazione ritu Etrusco, pomerium, etc.) per collocarli in una coerente concatenazione di fatti storici misurati con la realtà di Capua nell'arco di tempo considerato (problema della doppia fondazione, la nascita di un ethnos campano, etc.). Nel corso della ricerca si affronta anche il problema del passaggio dalla nozione augurale di ‘ager' (si ricava dalla nota teoria dei ‘genera agrorum' riportata in Varro l.L. 5.5.33) alla categoria di ‘ager publicus populi Romani' che compare per la prima volta nella legge agraria epigrafica del 111 a.C. Sembrerebbe che nel corso del secondo secolo a.C., insieme a tanti altri aspetti della società e della cultura romana, anche il rapporto tra Roma e il territorio abbia cominciato a ‘laicizzarsi'. Vengono così messi in evidenza i fattori di maggiore incidenza per la determinazione di tale sviluppo. L'ager conquistato al nemico (in senso augurale) era anche considerato suscettibile di assegnazioni viritane [Cato (Orat. 206): Accessit ager, quem privatim habent, Gallicus, Samnitis, Apulus, Bruttius] e poteva costituire oggetto di possesso privato già prima che nei giuristi romani cominciasse ad affermarsi un concetto di proprietà fondiaria assimilabile al modello più tardo del dominium (ex iure Quiritium). L'a. tenta di trovare delle risposte che diano un senso storico ad affermazioni come queste. Si affrontano così argomenti come la radice etimologica più antica della nozione di ager publicus anche in relazione alla nozione gromatica di ager occupaticius (ager peregrinus? ager hosticus?), intesa però nel significato più antico di ‘terra presa al nemico', e si pongono in relazione con le vicende storiche della debellatio/deditio del 211 a.C. e della redazione di una forma agri Campani (problema dell'attribuzione della pertica di centuriazione di Capua).

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