Addio Hemingway di Leonardo Padura Fuentes edito da Il Saggiatore

Addio Hemingway

Traduttore:
Bovaia R.
Data di Pubblicazione:
3 luglio 2008
EAN:

9788856500417

ISBN:

8856500418

Pagine:
192
Formato:
brossura
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Descrizione Addio Hemingway

Il tenente Mario Conde ha lasciato la polizia per dedicarsi alla sua passione di sempre: la scrittura. Ma un ciclone estivo che si abbatte su Cuba lo spinge a indossare di nuovo i panni dell'investigatore, questa volta privato. Le piogge hanno danneggiato la dimora habanera di Ernest Hemingway, ora casa-museo, e hanno riportato alla luce il cadavere di un uomo morto oltre quarant'anni prima, apparentemente ucciso da due colpi di fucile. I sospetti ricadono sul famoso scrittore, nei suoi ultimi anni preda di crisi e manie di persecuzione. Il Conde, coinvolto nell'indagine da un suo vecchio collega, non riesce a sottrarsi al compito ingrato e si sente quasi in dovere di salvare la memoria del suo mito letterario da un'accusa tanto infamante. Il tenente Mario Conde ha lasciato la polizia per dedicarsi alla sua grande passione: la scrittura. Ma un ciclone che si abbatte su Cuba lo spinge a indossare di nuovo i panni dell'investigatore, questa volta privato. Le piogge hanno danneggiato la dimora habanera di Ernest Hemingway, ora casa-museo, e hanno riportato alla luce il cadavere di un uomo morto quarant'anni prima, apparentemente ucciso da due colpi di fucile. Tutti i sospetti ricadono sullo scrittore, nei suoi ultimi anni preda di crisi creative e manie di persecuzione. Il Conde, coinvolto nell'indagine da un suo vecchio collega, non riesce a sottrarsi al compito ingrato e si sente quasi in dovere di salvare la memoria del suo mito letterario da un'accusa tanto infamante.

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3 di 5 su 1 recensione

Addio HemingwayDi L. Alberto-5 agosto 2011

Mi permetto un piccolo richiamo all'editore, che descrive questo libro come un romanzo unitario, non va bene vendere un libro dove nel titolo e nella quarta si parla di un romanzo, e poi ti trovi due racconti, il secondo del quale non si trova citato da nessuna parte, neanche in un misero indice finale. Con lo spaesamento che entrambi hanno per protagonista il detective Mario Conde. Ma quello del titolo è un Conde posteriore, uscito dalla polizia per motivi di scrittura. Mentre il secondo racconto ce lo presenta ancora in forza alla polizia cubana. Comunque, devo aver letto del Conde qualche vita fa, mi ricorda qualcosa. Il racconto su Hemingway, in ogni caso, è bello anche se non avvincente. Cerca di tratteggiare da cubano la vita dello scrittore che tanto tempo passo sull'isola, senza forse capire bene i cubani stessi. Certo c'è un cadavere, e la ricerca di un assassino, anche se di quarant'anni fa. Ma il centro è lo scrittore, con il suo non accettare la decadenza del fisico e della mente. E con i suoi amici cubani, tra cui emerge la figura dell'integerrimo Ruperto che preferisce la povertà allo sfruttamento del nome dell'amico. Il Conde, ora anche lui tentato dalla scrittura, deve fare i conti con questo vecchio che oltre ad essere un grande scrittore, era un uomo sfaccettato, a volte anche meschino nell'umiliare i deboli, anche se scrittori anche loro (bello il pezzo su Dos Passos). Si faranno i conti con tutto ciò. E il Conde potrà dire addio a questa ossessione, che lo aveva preso sin da bambino quando salutò Papa Hemingway sul molo, e tornare ad vivere la sua vita. Poi si fa un salto di 10 anni indietro e si passa ad un'indagine nel quartiere cinese de l'Havana. Qui bella è l'ambientazione in questo luogo che non ti aspetti esistere. La storia è poverina, la morte di un povero cinese, che poi si scopre essere più importante di quello che sembrava, e dei motivi della sua morte. E l'intreccio di amicizie e parentele cinesi, che costringono anche a fare i conti con i cattivi. Che sono cattivi ma non cinesi cattivi. Sono cattivi perché il cattivo è già una categoria a sé. Anche il cinese è una categoria, laddove si rinchiude e non si integra nella vita del posto in cui si stabilisce. Alla fine però la storia ne esce lenta, poco avvincente, e propria da raccontino. Una prova sbilenca, che merita un appello per il bravo Fuentes.