Acqua sporca. Il gorgo nero delle privatizzazioni

È il bene più prezioso per l’umanità, ma c’è chi vuole privatizzarlo. Per chi avesse dubbi sul referendum sull’acqua, ecco un libro e uno strumento indispensabile per orientarsi nel complesso mondo delle risorse idriche. Acqua sporca. Il gorgo nero delle privatizzazioni di Fulvio Di Dio, esperto legale e ambientale, è un affresco che denuncia i loschi traffici alla base della privatizzazione dell’acqua. Comuni, politici, aziende, grandi multinazionali sono, per Di Dio, colluse con questo grande affare che rischia di mettere in discussione l’accessibilità di una risorsa primaria e vitale e soprattutto un diritto di tutti. Con una panoramica sugli intrecci di potere e sugli ingenti interessi economici che stanno alla base della richiesta del Governo di privatizzarla, l’autore ed esperto cerca di illuminare il lettore sulle complicità non disinteressate che riguardano non solo le risorse idriche, ma tutti i beni primari per l’umanità. Chi pensa che l’intervento privato possa invece garantire un raggio maggiore di distribuzione dell’acqua, cambierà idea leggendo questo libro di Fulvio Di Dio. Noi siamo i legittimi proprietari dell’acqua, non le aziende, non le multinazionali, non i comuni o le province. Questo è, per l’esperto, un campanello d’allarme che dovrebbe convincere il cittadino ad aprire gli occhi su questa situazione e sulla manipolazione delle nostre vite che vogliono imporci dall’alto. L’acqua sulla terra è il quaranta per cento in meno di trent’anni fa, e nel 2020 tre miliardi di persone resteranno senza. Ma gli Stati più forti stanno già sfruttando la situazione per trasformare questa risorsa in bene commerciale. Qualcuno vuole letteralmente “darcela a bere” e quello che ci raccontano sono solo bugie: questa è la tesi sostenuta da Acqua sporca. Il gorgo nero delle privatizzazioni. Dai più eclatanti casi del Sudamerica a quelli nostrani, lo scrittore Di Dio ci pone esempi di questa guerra idrica del pianeta. L’acqua ha infatti una centralità nelle nostre vite non solo per mere questioni di sopravvivenza, ma anche per l’importanza che riveste in molte società e culture.