Accabadora di Michela Murgia edito da Einaudi

Accabadora

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Data di Pubblicazione:
20 maggio 2014
EAN:

9788806221898

ISBN:

8806221892

Pagine:
166
Formato:
brossura
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Trama Accabadora

Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima". Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.

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4 di 5 su 13 recensioni

Un testo di stringente attualitàDi S. Alessandro-18 aprile 2019

È il primo lavoro di Michela Murgia che leggo. Scrittura fluida, descrittiva, generatrice di immaginazione. Fa venir voglia di ritornare in Sardegna per un viaggio nell'entroterra sempre troppo sottovalutato. Il tema di fondo è la sempre aperta questione del mistero della nostra dipartita dal mondo.

I figli dell'animaDi V. CIRO-26 giugno 2012

Una donna piena di saggezza antica, mai madre naturale, ma per scelta di cuore e di anima. Una bambina che diventa il centro del mondo dopo anni di continua indifferenza. Uscite notturne celate dal buio, l'ultimo pietoso incontro al capezzale di chi soffre e desidera solo la morte, l'Accabadora raccoglie gli ultimi pensieri e dona il sonno eterno. Questo libro è scritto con una bellissima prosa, in molte pagine si è trasportati tra vigne profumate di uva matura, in camere da letto intrise di discorsi sospesi tra la vita e la morte, tra la rabbia e la pietà. Il libro mi è piaciuto, ma ho avuto la sensazione che il finale sia stato scritto in modo un po' troppo frettoloso, la storia al termine ha un respiro narrativo un po' strozzato. Vale la pena comunque leggerlo.

Premio giustoDi c. Antonella-29 maggio 2012

Questo libro ha una forza interiore tutta sua. La figura dell'accabadora, questa sorta di santa che può donare la liberazione dalle sofferenze, è di una pregnanza e una profondità umana e psicologica che ha pochi pari nella letteratura italiana. Il suo ruolo ha un che di ineluttabile: ci si trova impelagata in quel ruolo, e lo deve per forza accettare e svolgere. Straordinario.

AccabadoraDi M. Caterina-22 maggio 2012

Un libro cha parla di un tema molto attuale, come quello dell'eutanasia, rifacendosi alla tradizione in questo caso sarda. Una scrittura matura, con riflessioni mai banali o facenti riferimento a luoghi comuni triti e ritriti. Uno sguardo dal punto di vista di chi è a favore dell'eutanasia, senza la pretesa di convertire gli animi ma semplicemente con lo scopo di far riflettere.

Magico e misteriosoDi M. Cristina-12 maggio 2012

Un'immagine della Sardegna di sessanta anni fa, dove la religione confina con la superstizione e la natura sembra dominare sugli eventi umani. Una prosa asciutta ed essenziale, personaggi ben delineati, duri ed orgogliosi come la loro terra. Un romanzo che affascina il lettore e lo trasporta in un mondo quasi magico. Una lettura certamente indimenticabile.

BravissimaDi v. luigi-3 maggio 2012

Questo libro è una rivelazione. La morte viene trattata con delicatezza, come un dolore collettivo a cui partecipa tutta la comunità. Il lavoro dell'accabadora, quasi una traghettatrice di anime, una versione femminile di Caronte, è non solo misteriosa e affascinante, ma ricca di un'umanità e uno spessore morale e etico straordinario. Pregnante e premio Campiello meritato.